PRESENTAZIONE
Buongiorno a tutti. Anche oggi sono qui per raccontarvi la mia ultima lettura. Ogni tanto abbandono i libri di carta e mi piace leggere qualche ebook. Circa dieci anni fa un amico mi ha dato un archivio di libri da leggere infinito, credo che nemmeno tra 100 anni riuscirei a leggere tutti i libri che contiene, e spesso e volentieri estraggo da lì le mie letture. Per la maggior parte sono libri un po’ datati, racconti di periodi che oramai sono molto lontani dal nostro tempo ma a me non interessa…l’importante è leggere qualcosa che rimanga dentro di me. Questa volta ho deciso di immergermi in Lumen. Il titolo mi piaceva moltissimo ed ero curiosa di sapere di cosa trattasse.
Solitamente non mi dispiacciono i libri di guerra, non sono una loro fan e non ne ho mai acquistato uno di mia spontanea volontà, ma spesso e volentieri mi sono trovata immersa nelle storie dei militari, delle vittime e dei sopravvissuti e qualche volta mi è scesa pure una lacrimuccia per le vicende che li coinvolgono. Così ero abbastanza convinta che Lumen mi sarebbe piaciuto. (Ho letto la trama solo dopo aver scaricato e iniziato la lettura dell’ebook). Non solo guerra ma anche un mistero da risolvere…due libri al prezzo di uno ero davvero contenta di averlo scelto. Ma, dopo le prime trenta pagine, ho iniziato ad annoiarmi in modo sempre più profondo. E che fatica finire un libro relativamente con poche pagine, mi mancava la voglia di prenderlo in mano e di leggerlo perché mi annoiava terribilmente. Proprio io che se un romanzo mi piace non riesco a staccarmene e non vorrei nemmeno uscire per andare al lavoro per finirlo..
Lo stile di Ben Pastor non è male non fraintendetemi ma non riesce a catturare la mia attenzione. Nemmeno i personaggi, alcuni delineati nei minimi particolari altri meno, mi sono risultati simpatici o interessanti e la storia non è che mi abbia soddisfatta pienamente. Mi sembrava di leggere da tanto tempo ma, guardando l’orologio, ogni volta mi accorgevo che erano trascorsi nemmeno cinque minuti da quando l’avevo guardato la volta precedente e dopo un pochino mi prendeva la sonno e riponevo il libro… ed io che fatico ad addormentarmi nel pomeriggio!!! Beh era da tanto tempo che impiegavo più di una settimana a terminare un romanzo di circa 300 pagine ma alla fine ci sono riuscita…
E adesso un po’ di trama non fa mai male…
TRAMA
Ci troviamo a Cracovia ed il periodo è ottobre 1939. La città è occupata dalle truppe tedesche che cercano di salvaguardare il loro predominio. La storia inizia con l’assassinio di una suora molto singolare, Madre Kazimierza, trovata nel Convento proprio da due militari tedeschi. La Madre era la badessa del Convento di Nostra Signora delle Sette Pene ed un colpo di un’arma da fuoco l’ha freddata proprio nel mezzo del chiostro della Chiesa dove svolgeva le sue funzioni. Era un personaggio molto particolare e popolare tra la popolazione del luogo. Si diceva che avesse ricevuto le sacre stimmate e, attraverso le sue visioni aveva compiuto anche qualche miracolo. Non sempre però questi accadevano diciamo 6 su 10 tanto per fare una media.
La maggior parte della popolazione la considerava una santa ed era diventata quasi un oggetto di culto per gran parte della popolazione del luogo. Gente che era controllata e gestita dal Wehrmacht ovvero dalle Forze armate tedesche senza alcun tipo di pietà si rifugiava nelle preghiere di Madre Kazimierza per avere un conforto a tutte le brutture a cui sono abituati a subire senza dover protestare nemmeno per un minuto pena l’incarcerazione.
Per indagare su questo omicidio viene caricato un giovanissimo capitano che dal suo aspetto sembra ancora un adolescente di nome Martin Von Bora. Oltre ad essere un valido combattente Bora è una persona abbastanza intelligente e riflessiva quindi si accorge che sulla morte della badessa ci sono diversi interessi alcuni anche contrastanti. Persino la Gestapo aveva aperto un fascicolo su di lei chiamandolo Lumen (ovvero Luce) come possibile simbolo di idee nazionalistiche e religiore. Anche il Vaticano aveva inviato un padre (Malecki) con l’incarico di verificare se veramente la Madre faceva dei prodigi per i suoi fedeli. Ma anche padre Malecki non era poi così sicuro di tutte le potenzialità della Badessa.
Persino uno dei generali superiori del capitano Bora frequentava assiduamente la suora nella speranza di guarire suo figlio molto giovane affetto da una malattia inguaribile per il tempo in cui si trovavano. Quindi un mistero sembra avvolgere sia l’immagine della suora benedetta che del suo assassionio. Bora così si ritrova impegnato su due fronti totalmente diversi: il primo quello da militare che lo coinvolge in operazioni belliche davvero feroci che, a volte, lo colpiscono nel profondo del cuore, il secondo quello da investigatore che cerca di entrare nei meandri più intimi dell’ambiente religioso e civile polacco e negli odi che dividono il popolo tedesco. Ma Bora è pur sempre un uomo e ha dei dubbi molto forti tra l’obbedienza all’arma e il suo senso di giustizia che ogni tanto fa capolino dalla sua pelle dura che ha conquistato vedendo da vicino le vittime della guerra.
PARERE PERSONALE
Beh come avete capito il romanzo non mi ha soddisfatta. L’ho trovato abbastanza noioso ma non me la sono sentita di abbandonarne la lettura perché volevo sapere come si sarebbe conclusa tuta la narrazione. Il personaggio del comandante Bora è molto interessante in quanto è quasi l’unico che ha dei sentimenti veri, che pensa oltre al suo ruolo di comandante e cerca di fare quello che gli viene ordinato anche se poi ha dei ripensamenti che lo fanno essere sempre in lotta con la sua coscienza. Gli altri personaggi sono un po’ troppo grotteschi secondo il mio parere ed è difficile entrare in empatia con loro.
Ho capito che questo genere, almeno raccontato in questo modo, non mi piace molto e se devo essere sincera avevo già letto un libro di Ben Pastor e non ero rimasta molto soddisfatta nemmeno di quello anche se l’avevo letto circa sette o otto anni fa.
Una curiosità dal nome dell’autore credevo fosse un uomo ed invece l’autrice è una donna nata nel 1950 il cui vero nome è Maria Verbena Volpi.
Concludendo io non mi sento di consigliare la lettura di questo romanzo ma come sempre ripeto è il mio modesto parere di lettrice non molto colta!!!
Romina