LA PICCOLA FARMACIA LETTERARIA ELENA MONDINI

CHIACCHIERE…  

Sin da bambina ho sempre desiderato scrivere. La mia mente era un intricato groviglio di trame senza mai un finale adeguato ma continuavo a battere sulla macchina da scrivere in attesa di una ispirazione per finire i miei romanzi gialli. Poi ho iniziato a leggere ma a leggere sul serio. Avevo circa 13 anni ed un libro alla settimana lo divoravo come fosse un bel panino alla nutella. E ho iniziato ad apprezzare davvero quello che leggevo. Mi perdevo in mille mondi, vivevo la vita dei protagonisti e, a volte, mi affezionavo a loro talmente tanto che mi dispiaceva quando la storia finiva…per me era come perdere un amico fidato. Così ho iniziato a ragionare un pochino sul mio sogno di fare la scrittrice….Tutti quei bei romanzi che mi capitavano sottomano erano scritti cento volte meglio di come lo facevo io, tutti gli scrittori erano molto più documentati di me a far sembrare vero qualsiasi avvenimento e le mie storie non erano poi così interessanti da catturare l’attenzione di un lettore che non fossero i miei genitori o i loro amici che mi facevano tanti complimenti per il mio impegno ma non ho mai creduto che fossero proprio veri al cento per cento.

Così ho studiato altre cose, ragioneria, materia che mi avrebbe sicuramente aiutata nel mondo del lavoro, ma la mia passione per la lettura non mi ha mai abbandonata. Terminata la scuola mi sono ritrovata a fare le dichiarazioni dei redditi…la matematica non mi è mai dispiaciuta ma non era la mia aspirazione della vita. Ma un lavoro fisso è davvero una benedizione e questo mi veniva anche bene… il contatto con il pubblico, il fatto che non mi annoio mai e che il tempo trascorre velocemente davanti ad una scrivania mi hanno aiutata molto ma anche adesso a distanza di quasi 21 anni di ufficio, sento che questo non sarà mai quello che può darmi tante soddisfazioni.

In alcuni momenti ho pensato di aprire una libreria. Univo l’utile con il dilettevole. Ho sognato di consigliare libri agli avventori del negozio, ho sognato di aprire un negozio dove solo quello che mi piaceva e che mi ispirava poteva essere venduto. Due le cose che mi hanno fermata: il mio posto fisso che mi procura uno stipendio mensile abbastanza ragionevole e l’avvento dei libri in formato digitale… e qui si può aprire davvero un mondo. Io amo leggere i libri cartacei, per me non c’è cosa più bella di sfogliare le pagine, sentire l’odore della carta, sbirciare nelle pagine finali per vedere cosa succede ma amo anche la mia casa e, ultimamente, di librerie non ce ne stanno più. I libri digitali aiutano chi ha poco spazio dove conservare le letture, occupano notevolmente meno spazio anche nella borsa e si possono trovare veramente delle offerte super economiche nel web nonché la gran parte dei classici addirittura scaricabili gratuitamente.

Così ho accantonato l’idea e a 47 anni mi ritrovo ancora dietro una scrivania ad ascoltare i problemi fiscali e pensionistici dei miei clienti. Però ogni tanto ci ripenso e vago nel web in cerca di qualche spunto per fare davvero quello che mi piace nella mia vita. Un giorno, vagando per internet, mi sono ritrovata a leggere un articolo davvero singolare. Delle ragazze avevano aperto una libreria dove ogni libro aveva un bugiardino come quelli delle medicine su cui era indicato a chi era consigliato, quali erano gli effetti collaterali e persino altri libri da cui prendere spunto. Ho amato questa idea dal primo momento e mi era venuto in mente anche di scrivere loro per chiedere se avessero bisogno di un aiuto da parte di una lettrice accanita. Beh non l’ho mai fatto perché già il lavoro mi impegna molto e cambiare la vita ad una età come la mia per me è da pazzi ed io sono sempre stata una persona che ragiona molto anche troppo per fare cose così azzardate…

Accantonate tutte le idee strane comunque io i libri cartacei li acquisto spesso e li alterno a quelli digitali per non far cadere gli scaffali della libreria. Da tanti anni sono abbonata al Club degli Editori (ora ho smesso perché mi mandavano libri anche quando non li ordinavo e, visto la mia pigrizia, non li rispedivo indietro ma li leggevo anche se non erano proprio nelle mie corde) e, ordinando un romanzo, ne ho ricevuto uno in omaggio che non avevo scelto e mi sono ritrovata con La piccola farmacia letteraria tra le mani. Tutto quello che parla di libri mi affascina, tutti i romanzi che hanno come temi una libreria o la lettura sono i miei preferiti ma non mi era nemmeno passato per la mente che questo titolo l’avevo già sentito…

LA TRAMA…

Blu Rocchini (già il nome mi stava simpatico) è una ragazza che vive a Firenze insieme a tre coinquiline. Hanno tutte più o meno trent’anni e ognuna di loro ha i suoi problemi. Chi una relazione a distanza, chi è impegnato anche troppo nel proprio lavoro, chi continua a trascinarsi dietro un fidanzato solo per il fatto che è dispiaciuta di lasciarlo andare via e chi sta vedendo crollare tutti i propri sogni perché ha finito i fondi finanziari.

Blu è la protagonista del romanzo ed è di lei che voglio parlarvi. Dopo una brevissima esperienza lavorativa in una casa editrice molto popolare ed un’altra ancora meno entusiasmante come commessa di una grande catena di librerie dove il suo compito era spostare scatoloni e riassortire gli scaffali ha deciso di aprire una libreria tutta sua. Il negozio è veramente piccolino, circa 35 metri quadrati, dove Blu ha cercato di ristrutturare tutto di suo pugno assieme anche alle amiche, manca ancora l’insegna perché erano finiti i soldi ma tutto sommato il posto è molto accogliente.

Purtroppo sono i costi di gestione del negozio e la poca clientela a preoccupare Blu. Sono oramai 4 mesi che ha aperto e non vede nessun tipo di novità all’orizzonte. Prova anche con una presentazione di un libro di uno scrittore abbastanza famoso ma il luogo era troppo piccolo e alla fine è più un disastro che un evento mondano.

Un giorno entra un ragazzo con un vestito molto più elegante di quello che dovrebbe essere per un trentenne, Blu ha come un colpo di fulmine e, dopo alcune battute sui romanzi, decide di uscire con lui la sera stessa per mangiare una pizza in compagnia. Il tempo vola, i loro caratteri sembrano combaciare alla perfezione e lui consiglia anche a Blu come poter rinnovare il suo negozio ed attirare la curiosità del lettore. Trasformare i libri in “farmaci” per il cuore con tanto di indicazioni terapeutica e posologia. Assieme alle sue amiche iniziano ad affrontare questo lavoro abbastanza impegnativo ma alla fine il negozio ha un successo incredibile. Blu si vede catapultata nel mondo delle interviste, delle comparsate in tv e tutto sembra andare per il meglio tranne il fatto che vorrebbe incontrare ancora quel ragazzo che le ha dato l’idea della sua vita ma non gli ha nemmeno chiesto il nome….Una commedia con un finale molto particolare…

IL MIO PARERE

Credo che fin dalle prime righe abbiate già capito che questo romanzo mi è piaciuto davvero tanto, una scoperta divertente, appassionante che lascia anche qualcosa quando si termina la lettura. E’ ironico e tutti i personaggi sono caratterizzati da particolari davvero interessanti. Beh l’idea della libreria che cura i cuori l’avrei voluta avere anche io visto tutto quello che leggo di solito ma ammiro questa autrice e bibliofila che ha avuto questo pensiero davvero carino. A tutti capita di avere un periodo un po’ particolare della vita e sono convinta anche io che una buona e azzeccata lettura possa davvero aiutare. Mi sono innamorata di questo libro e quindi non mi resta che consigliarlo vivamente.

Spero di avervi dato un buon consiglio di lettura.

Romina

WILLIAM E ROSA

DELIRIO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE DAVID SAFIER

E rieccomi qui. Scrivere commenti agli innumerevoli libri che leggo non è facile. Spesso mi manca il tempo, altre volte la voglia e altre ancora non so come raccontarvi le mie sensazioni quindi lascio perdere ma questa volta ho scelto un romanzo davvero carino ed interessane. Premetto che il libro in questione mi è stato donato sotto formato ebook da un mio conoscente parecchio tempo fa, ma me ne ha regalati talmente tanti che mi ci vorrebbero credo tre vite per leggerli tutti. E così vado un po’ a caso nella scelta. Si tratta soprattutto di thriller visto la mia smisurata passione per il genere ma ogni tanto trovo anche qualcosa di diverso.

Non avevo mai sentito nominare questo libro e nemmeno questo scrittore perdonatemi l’ignoranza e, dopo due o tre pagine, ho deciso di indagare un po’ sul web. Tutti i siti che ho visitato gli davano dei commenti abbastanza buoni ma se qualcuno volesse acquistarlo sarebbe difficile perché nuovo è esaurito ovunque io abbia guardato. Ed è un vero peccato perché Delirio di una notte di mezza estate è stata davvero una bellissima scoperta per me. Mi ha fatto sorridere tanto, mi ha fatto riflettere, mi ha emozionata e tutto questo il nemmeno 200 pagine. Spesso mi ritrovo con libri davvero lunghi, romanzi dove le descrizioni sembrano i protagonisti e alla fine annoiano molto. Questo romanzo, invece, in poche pagine lascia il lettore con un bagaglio di curiosità e di ilarità davvero grande e fa pure pensare a cosa sia davvero l’amore.

Ma adesso vi accenno un po’ di trama così da invogliarvi nella lettura…

TRAMA

Rosa è una giovane maestra che non è soddisfatta della sua vita. Non le piace il suo lavoro, non le piace parlare con i genitori degli alunni, non si piace fisicamente insomma se potesse cancellerebbe quasi tutta la sua vita. Dopo una delusione d’amore davvero grande il fisico di Rosa è lievitato, non esce quasi più e ha un solo amico e confidente. Rosa credeva nel grande amore, credeva che il destino potesse unire due persone per l’eternità, credeva che il suo ex fidanzato provasse ancora qualcosa per lei anche se l’aveva vista baciare un altro uomo. Ma purtroppo sul giornale appare la data del matrimonio del suo ex compagno con una donna davvero molto carina anche se un po’ frivola. Rosa non può crederci, ma dentro di sé sa che è tutto vero e che lei dovrebbe mettere in pace il suo cuore.

Il suo caro amico le chiede di uscire e insieme si dirigono verso una specie di luna park. Rosa è davvero triste così decide di farsi ipnotizzare da uno pseudo mago per dimenticare quello che ha appena saputo e cercare di vivere nel modo più felice possibile. Quando si sveglia dall’incantesimo capisce subito di essere da un’altra parte e non nella tenda del mago. Inizia a pensare a cosa le sia successo veramente quando tastandosi il corpo capisce che non è più il suo, guardando i suoi vestiti comprende di trovarsi in un’altra epoca e niente le sembra familiare.

Rosa è diventata un uomo ed è finita a Londra nel quattordicesimo secolo. Come può essere successa una cosa simile? Come può essere diventato un uomo con gli abiti sporchi e parecchio puzzolenti senza essersene accorta? Ma soprattutto come può essersi incarnata in William Shakespeare e trovarsi su un palco a mettere in scena una commedia? E come è possibile che Rosa e William possano dialogare tra loro nello stesso corpo?

Inizia così una specie di patto tra i due che cercano di aiutarsi a vicenda…Shakespeare cerca di salvarsi la pelle per tutti i guai sentimentali che ha combinato nella sua vita dopo l’abbandono della sua amata e Rosa deve assolutamente scoprire cosa sia il vero amore e solo così riuscirà a tornare nella sua epoca e a cambiare davvero il suo modo di pensare…..

PARERE PERSONALE

Non mi sarei mai immaginata di trovare un romanzo così carino e divertente soprattutto tra ebook piuttosto datati e ne sono rimasta davvero sorpresa. All’inizio mi sembrava di essere capitata in un filone di film visti e rivisti in cui il protagonista si sveglia in un altro corpo quindi la storia non era poi così originale come immaginavo. Ma di libri con questa trama non li avevo ancora letti. La narrazione è piuttosto fluida, il linguaggio semplice ma incisivo e, ogni tanto, mi sono ritrovata a sorridere all’ebook.

Ovviamente mio marito mi ha sorpresa qualche volta e così gli ho raccontato la trama del libro. Lui odia leggere ma i riassunti dei romanzi che mi piacciono ogni tanto li ascolta….o forse fa finta ma io mi sono così entusiasmata da questa lettura che non sono riuscita a non narrarglielo. Ma solo chi lo leggerà con il cuore libero e pieno di speranze riuscirà a cogliere l’insegnamento che lascia nelle ultime pagine.

Tanti poeti, tanti scrittori, tante canzoni hanno cercato di dare un significato alla parola vero amore ognuno interpretando questo sentimento come meglio poteva e Delirio di una notte di mezza estate non è scontato in questo anzi… la scoperta per la protagonista di cosa sia veramente il vero amore la renderà una persona felice, soddisfatta e le farà cambiare la sua vita che in fondo odiava per riuscire finalmente a esaudire i suoi desideri.

Io lo consiglio vivamente, sia perché se poi non vi convince sono solo 200 pagine e soprattutto perché cerca di lasciare un insegnamento di vita che per tanti di noi me compresa è sempre scontato ma in effetti non lo è.

LAZARUS LARS KEPLER

LARS KEPLER LAZARUS

PREMESSA

Buongiorno a tutti e ben ritrovati. E’ da tanto tempo che non scrivo una recensione su un romanzo anche se non ho mai smesso di leggere e sto diventando una divoratrice di libri sempre più accanita. E qui ci serve una premessa. Non sono una fan di Lars Kepler, ho letto altri due suoi libri e non mi hanno mai convinta abbastanza per acquistarne dei nuovi o per iniziare dall’inizio della serie che ha come protagonista il commissario della polizia criminale svedese Joona Linna.

E qui nasce l’errore. Da anni sono abbonata al Club degli Editori. E qui accetto anche i fischi e le critiche non vi preoccupate. A volte mi era comodo quando non avevo nessuna idea su cosa leggere e vedere un catalogo con le copertine e le trame spiegate abbastanza bene, mi aiutava moltissimo nella scelta. Poi però sono arrivate le note dolenti. La rivista cartacea è iniziata ad arrivare sempre in ritardo e mi sono affidata alla mail. Potevi scaricare il catalogo, guardartelo per bene e scegliere con un semplice clic.

Wow tutto funziona alla meraviglia e faccio l’ordine senza preoccuparmi di non barrare la scelta del mese. Mi spiego meglio ogni volta che arriva il catalogo il Club degli Editori ti propone due romanzi relativamente appena usciti ad un prezzo, secondo loro, molto ridotto. Beh mi sono ritrovata con questo romanzo senza nemmeno averlo ordinato ma per mio errore ovviamente. Sono una frettolosa patologica quindi a volte questo mio difetto penalizza molto le mie scelte. Non amo fare i resi. Le poste del mio paese sono invivibili, sono zeppe di persone che hanno poca voglia di impegnarsi e avrei dovuto perdere un intero pomeriggio per restituire i romanzi capitati per caso nella mia buchetta delle lettere così ho deciso di tenerlo.

Ero ben consapevole che non sarebbe stata una lettura che mi avrebbe entusiasmata ma comunque io non scarto nulla a priori ed, essendo una persona piena di speranze, magari avrei trovato un romanzo passabile e leggibile. Insomma le mie aspettative erano pessime ma si può sempre cambiare idea. Per prima cosa ho iniziato a leggerlo molto attentamente per non perdermi nessun passaggio…spesso quando un romanzo non mi interessa più di tanto ogni tanto la mia mente vaga e poi non mi ricordo nemmeno quello che ho letto dieci minuti prima. Poi ho capito che faceva parte di una saga di cui avevo letto solamente altri due libri e non consecutivi a questo. Comunque Lars Kepler in questo è stato davvero bravo perché ha riassunto le mie lacune raccontando questo Lazarus in modo semplice e con adeguate citazioni del passato è riuscito a farmi capire il passato…

TRAMA

Ci troviamo ad Oslo. La polizia sta indagando su di un omicidio. A casa della persona assassinata vengono ritrovati dei resti di corpi ormai uccisi da tempo in diversi stadi di decomposizione. La prima cosa che le forze dell’ordine fanno è cercare di capire di dare un nome ai corpi. Tra i vari resti analizzati, il cranio di uno di questi, appartiene alla moglie del commissario della polizia criminale della Svezia: Joona Linna. La donna era deceduta a causa di un tumore qualche anno prima ed era stata sepolta in Finlandia. Jonna Linna per proteggere lei e sua figlia erano anni che non le vedeva più e aveva anche poche notizie della loro vita lontano da lui. Ma la sua tomba era stata profanata.

A Rostock in Germania viene ritrovato il cadavere di un noto stupratore. La polizia indaga cercando anche nel telefono della vittima e compare un numero alquanto strano…quello di Joona Linna l’ispettore. Infatti due giorni prima di essere assassinato l’uomo ha chiamato l’ispettore.

Joona Linna viene immediatamente richiamato per partecipare alle indagini. Una particolarità accomuna tutte e due le vittime sia il conservatore di cadaveri che lo stupratore: tutti e due hanno segni particolari sulla schiena… come se fossero stati flagellati per lungo tempo prima di morire. Solo una persona può fare una cosa così particolare e si tratta di Jurek Walter uno dei peggiori serial killer di tutta la storia. Questo è quasi un controsenso: Jurek Walter risulta deceduto da un po’ di tempo. Una collega e cara amica di Joona Linna, Saga Bauer che è un commissario dei Servizi Segreti svedesi, gli ha sparato tre colpi al petto e lo ha visto precipitare in mare con i propri occhi. In seguito la perizia medico legale ha stabilito che Jurek Walter era proprio deceduto ed il suo DNA era stato trovato su un dito rinvenuto tra le acque.

Ma il modus operandi di questo killer era troppo singolare per essere emulato e così inizia a sorgere il dubbio a Joona Linna che Jurek non sia davvero deceduto e che la sua morte era stata progettata per continuare a rovinare la vita a chi gli sbarrava la strada. Jurek Walter non ha mai voluto uccidere intenzionalmente, il suo intento è di torturare le persone facendo del male ai loro cari e Joona Linna è il suo obiettivo principale. Per questo il commissario aveva fatto sparire sua moglie e sua figlia per tutto questo tempo.

In un primo momento nessun collega del commissario crede che questo serial killer possa essere ancora in vita ma quando iniziano a sparire altre persone il dubbio diventa sempre più una realtà…

PARERE PERSONALE

Per prima cosa mi scuso se la trama è un po’ succinta ma credo che i thriller non vadano raccontati nei minimi particolari altrimenti si perderebbe tutta la suspence e se manca quella che romanzo adrenalinico sarebbe? Quindi veniamo alle mie considerazioni finali. Il romanzo si legge bene, è scritto in un linguaggio abbastanza semplice, i capitoli sono corti così da rendere la narrazione più scorrevole e veloce. Ma è sempre un po’ troppo ingarbugliato per i miei gusti. Mi spiego meglio. Adoro i thriller, penso che sia il genere di romanzi che più preferisco ma a volte le trame di Lars Kepler sono molto complicate e al limite dell’inverosimile.

Capisco il titolo Lazarus ma mi sembra davvero un po’ tutto surreale come racconto. Certo non pretendo che un thriller raffiguri la realtà quotidiana ma che un personaggio dopo essere sopravvissuto a tre pallottole e ad un volo interminabile attraverso le correnti possa essere non solo ancora vivo ma ancora in grado di pensare e di programmare le sofferenze delle persone che gli stanno accanto mi sembra un po’ fantascienza soprattutto se si taglia un arto per far vedere che il DNA nelle acque sia il suo.

Ops forse mi sono allargata troppo con le descrizioni ma volevo far comprendere a chi vuole leggere questo romanzo di che cosa sto parlando. Comunque le mie considerazioni non sono del tutto negative. Tra i romanzi che ho letto Lazarus è quello che mi ha colpita di più o forse mi sono impegnata di più a leggerlo visto che tanti parlano molto bene di questo scrittore. Quindi tre stelline gliele do volentieri.

Spero di avervi aiutati nella scelta della vostra prossima lettura. Un abbraccio grande grande

Romina

L’Istituto (Stephen King)

E’ da tantissimo tempo che non scrivo nulla. Leggere è sempre la mia passione più grande ma a volte è difficile conciliare il tempo per fare tutte le cose che si vorrebbero. E l’ispirazione per scrivere spesso passa in secondo piano. Ma ci sono momenti in cui mi prende la voglia di far conoscere il mio parere su un romanzo e allora li prendo al volo. Il romanzo di cui vi voglio parlare oggi è l’ultimo scritto di Stephen King: L’Istituto.

Ci sono pochissimi autori che seguo assiduamente. Spesso acquisto libri perché mi colpisce la copertina, altre volte mi ispira la trama anche se non conosco l’autore, altre ancora mi lascio consigliare da gruppi facebook di cui mi fido. Ma quando si tratta di King non resisto e appena esce un suo nuovo scritto corro in libreria e lo acquisto.

Il mio amore per questo scrittore è nato relativamente tardi. Prima ero terrorizzata dai libri horror, il solo nome di King mi faceva accapponare la pelle, evitavo accuratamente di iniziare un suo romanzo per paura di non dormire la notte…ma con l’età i gusti cambiano… ho iniziato a leggere tanti thriller tanto da diventare il mio genere preferito ma ancora non mi ero avvicinata al Re. Quasi per caso in formato ebook ho scaricato un suo romanzo e da quel momento non ho più smesso di leggere King.

Non conosco scrittore più eclettico di lui. Alterna diversi generi di romanzi rimanendo sempre un genio nel narrare qualsiasi cosa. Ho pianto con il Miglio Verde, mi sono intenerita con Cuori in Atlantide e ho imparato la storia d’America con 22/11/1963. E da lì ho incominciato a leggere anche i suoi scritti più vecchi: Shining che mi ha terrificato, Pet Sematary le cui ultime cinquanta pagine mi hanno fatto tremare, Carrie che precorre il bullismo moderno e tanti altri… E adesso vi racconto le mie impressioni su L’Istituto.

 

TRAMA

Luke Ellis è un bambino prodigio. A soli dodici anni ha le conoscenze di uno studente universitario e non di uno mediocre ma di un genio. E’ curioso di qualsiasi argomento, tutto lo attrae e la sua mente è sempre in continua ricerca di nozioni da apprendere. Ma è un bambino normalissimo, ha amici con cui si diverte e fa le stesse cose degli altri suoi coetanei. Non per quanto riguarda la scuola però. E’ già stato richiesto da due famosissime Università e gli esami di ammissione gli sono risultati molto più facili che agli altri candidati.

Tutto sembra procedere per il verso giusto nella sua vita a Minneapolis quando uno strano gruppo di individui si introduce nella casa di Luke. Per prima cosa uccidono i suoi genitori nel sonno e poi lo rapiscono trascinandolo su un SUV nero. Sicuramente l’avranno sedato perché quando il ragazzino si sveglia non si accorge di essere stato portato via dalla sua casa. La stanza è identica alla sua in tutto e per tutto ma quando pronuncia il nome dei suoi genitori nessuno risponde. Allora comincia a guardarsi meglio intorno e vede che mancano le finestre. Luke capisce allora di essere stato prelevato nel sonno. Appena esce dalla porta incontra una bambina Kalisha che inizia a spiegare quello che sa su quel luogo. Ci sono altri bambini tutti con doti di telepatia e di telecinesi provenienti da diverse parti del mondo radunati lì nella prima Casa. Ci sono diversi passatempi, il cibo non è male e c’è pure un menù che varia di giorno in giorno e, se i bambini fanno i bravi, vengono trattati nel migliore dei modi.

Fare i bravi consiste nel sottoporsi a diversi tipi di esami senza protestare alcuni molto invasivi altri meno e non cercare di fare domande tanto le risposte non le avranno da nessuno. C’è tanto personale medico, ci sono gli inservienti, le donne delle pulizie ma nessuno deve essere importunato in alcun modo altrimenti schiaffi e taser ai più indisciplinati.

Luke riesce a farsi un bel gruppetto di amici in quel luogo di orrori sopiti: Kalisha, Nick, George, Iris e Avery che ha solo dieci anni ma ha un potere di telepatia più grande di tutti gli altri messi insieme. Ma non possono legarsi più di tanto perché potrebbero in ogni momento venire trasferiti nella Seconda Casa. E dalla Seconda Casa nessuno è mai più uscito. Gli infermieri per quietare i loro ospiti dicono che nella Seconda Casa si rimane solamente sei mesi e poi tutti vengono restituiti alle rispettive famiglie ma i ragazzini sanno benissimo quale sarà la loro fine. Le regole della cattivissima signora Sigsby ossia la direttrice di tutto questa specie di Istituto sono di estrarre i poteri di questi giovani con qualunque mezzo e a qualunque costo.

Piano piano tutti gli amici di Luke vengono trasferiti nella Seconda Casa e Luke non può accettare di perdere delle persone così speciali così decide di scappare anche se nessuna fuga ha mai dato qualche risultato…

PARERE PERSONALE

Come sempre la scrittura di Stephen King è accattivante, sa attirare il lettore anche nei racconti più assurdi e incredibili. Quando inizi un suo romanzo è difficile abbandonarlo perché la suspence non ti abbandona nemmeno un minuto. Ho usato tutti i ritagli di tempo per finirlo, a volte mi accontentavo anche di due paginette pur di non perdere il filo della storia. Certo è un racconto surreale tra la fantascienza ed il fantasy due generi che non amo particolarmente ma scritti dal Re tutto diventa più digeribile.

Se devo essere sincera non rientra tra i miei romanzi di King preferiti, a volte l’ho trovato un po’ ripetitivo e un po’ noioso e il fatto di questi esperimenti sui bambini mi ha un po’ impressionata negativamente. Ma il genio del mio scrittore preferito rimane sempre. Se qualcuno volesse approcciarsi a King per la prima volta di sicuro non consiglierei questo romanzo ma non posso dire che sia brutto. La sua genialità questa volta si è un po’ assopita ma comunque rimane un buon passatempo. E poi leggere fa sempre bene alla mente!!!!

Spero di avervi aiutati nella scelta della vostra prossima lettura un abbraccio. Romina

IT (STEPHEN KING)

‘’’PREMESSA’’’

Buongiorno a tutti, anche oggi sono qui come al solito per raccontarvi la mia ultima lettura. Pensavate di esservi liberati dai miei commenti visto che è un po’ che non scrivo ma ci è voluto davvero moltissimo tempo per terminare questo romanzo. Ed i motivi sono due: il primo è che è davvero lunghissimo, quasi 1200 pagine ed io, lavorando, ho davvero pochissimo tempo per dedicarmi alla mia più grande passione, il secondo è che non volevo perdermi nemmeno una parola e quindi ho letto molto molto lentamente. Forse mi ripeto ma da piccolina non sopportavo i film ed i libri dell’orrore e ho iniziato solamente da pochi anni ad affrontare questo genere. Mentre le mie amiche mi raccontavano le trame dei libri di Stephen King io cercavo di non ascoltarle più di tanto altrimenti la notte avrei fatto degli incubi tremendi. Ma fortunatamente si cresce ed i gusti cambiano radicalmente. Da paurosa sono diventata impavida e amo tutto ciò che riguarda il genere horror. Così ho deciso di dedicarmi anche all’autore per eccellenza di questo genere. Ma IT non mi decidevo mai ad acquistarlo. Ogni volta che lo vedevo in libreria mi sembrava più una piccola enciclopedia che un romanzo e lo lasciavo nello scaffale.

L’uscita del film (il remake visto che l’originale era già stato fatto) mi ha incuriosita e visto che non avevo mai visto quello precedente ho deciso di guardarmelo. Ovviamente non al cinema (ancora gli effetti sonori troppo accentuati mi impressionano un po’) ma sul mio divano di casa assieme a mio marito che mi faceva forza. Mi ha colpita moltissimo, mi è piaciuto tanto e non ho avuto nemmeno un incubo la notte quindi ho deciso di acquistare il romanzo nella nuova versione. Anche se ho speso parecchio, ventitré euro per me sono davvero troppi per un libro, lo volevo a tutti i costi e appena arrivata a casa ho deciso immediatamente di iniziarlo. Mi capita raramente di fare così, di solito i romanzi che acquisto rimangono in attesa di essere letti per molto molto tempo, ma ero talmente entusiasta di averlo tra le mani che non ho resistito.

Già dalle prime pagine ho capito che mi sarebbe piaciuto. Adoro il modo di raccontare di Stephen King, i suoi particolari minuziosi, le sue descrizioni che ad alcuni possono apparire troppo dettagliate, aiutano il lettore ad entrare ancora di più nella narrazione. Le sue storie non sono mai banali e quindi molte volte per capirle appieno bisogna davvero leggere con cura ed attenzione ogni singola parola. E solo attraverso di lui riesco davvero ad immaginare visivamente la storia. Sembra quasi un pittore della parola scritta ed è per questo che io lo ritengo uno dei miei scrittori preferiti. Il genere ovviamente deve piacere altrimenti è meglio non cercare di leggerlo come ho fatto io per parecchio tempo ma piano piano sto cercando di recuperare anche se mi serve sempre qualche altra lettura di intermezzo per digerire bene i suoi racconti.

Credo che la storia di IT ormai la conoscano tutti. Tra la pubblicità, il romanzo, il film vecchio e quello rifatto e tutta la pubblicità per televisione e sui social ho paura di annoiarvi a raccontarvi la trama ma se qualcuno ancora non ne avesse sentito parlare ho il piacere di farlo comunque, anche se non è molto semplice in quanto il libro è un misto tra passato e presente ed io cercherò invece di dividere il romanzo nei due periodi salienti per confondere meno chi non lo conoscesse….

‘’’LA STORIA’’’

Siamo nel 1957 a Derry nel Maine ed una terribile alluvione sta allagando tutte le strade della cittadina. Per il piccolo Georgie Denbrough sembra proprio l’occasione ideale per provare la barchetta di carta che gli ha costruito il suo fratello maggiore, Bill. Georgie adora Bill, per lui è un eroe e vorrebbe tanto che ci fosse anche lui ma purtroppo il fratello è a letto con un grosso raffreddore e non può uscire. Così indossa il suo impermeabile giallo ed esce nella pioggia. La sua barchetta è un portento, Bill è stato proprio un bravo costruttore, scorre nei canali di scolo delle strade della città veloce come il vento. Però purtroppo finisce in un tombino e Georgie corre immediatamente a riprenderla. Mentre allunga la mano vede qualcuno dentro al tombino che d’aspetto sembra essere un clown: occhi azzurri, una grossa bocca rossa e dei buffi ciuffi di capelli ai lati della testa. Si presenta a Georgie come Pennywise e gli offre un suo palloncino. Mentre il bambino tende la mano per recuperare il suo dono il clown gli divora il braccio e quindi lo uccide immediatamente.

Bill non riesce a darsi pace per la morte del fratellino, i suoi genitori sembrano non notare nemmeno più la sua presenza in casa ma fortunatamente ha alcuni amici con cui trascorrere le sue giornate. Si tratta di ragazzini non molto famosi nella scuola che frequentavano, alcuni li soprannominavano Perdenti ma avevano un legame davvero forte tra di loro. C’era Ben Hanscom un ragazzino obeso per la sua età ma con il cuore d’oro e molto intelligente che era sempre vittima di bullismo da parte dei ragazzi più grandi a causa del suo problema fisico, Richie Tozier il più irrequieto del gruppo che ama fare scherzi e battute in qualsiasi situazione e adora fare le imitazioni di personaggi famosi che lui chiama Voci, Eddie Kasbrack un ragazzino ipocondriaco, molto fragile che soffre d’asma e non abbandona mai il suo inalatore con una madre ossessiva per la salute del suo bambino che cerca di impedirgli di vedere i suoi amici, Stan Uris che è il membro più scettico di tutto il club, è ebreo diversamente da tutti gli altri, Beverly Marsh è l’unica ragazza di tutto il gruppo, è davvero molto carina e infatti, tutti i membri del club hanno una cotta segreta per lei, vive nella parte più povera di Derry e suo padre spesso abusa di lei mentre la mamma è al lavoro e infine c’è Mike Hanlon l’ultimo ad aderire al Club dei Perdenti e l’unico ragazzo di colore di tutta Derry che frequenta una scuola diversa dai suoi amici a causa della sua fede battista. Ognuno di loro era vittima di bullismo da parte dei ragazzi più grandi del paese ma insieme loro riuscivano a superare ogni cosa.

Presto si rendono conto che ognuno di loro ha avuto una specie di incontro con IT: Ben lo ha visto come una specie di mummia clown che sembrava camminare sulla superficie del fiume, Eddie l’ha incontrato come se fosse un vagabondo lebbroso, Bill l’ha visto sfogliando le pagine dell’album di fotografie di Georgie proprio nelle sembianze del fratello deceduto, Richie incontra IT nella statua che sembra animata di un famoso boscaiolo presente a Derry ed anche come lupo mannaro, Beverly ha avuto una visione un po’ diversa, tutto il suo bagno si è riempito di sangue che sgorgava dal lavandino e sentiva anche le voci dei bambini scomparsi, Stan ha incontrato i fantasmi dei bambini morti nascosti dentro una cisterna cittadina e Mike ha visto IT come un uccello gigante.

Insieme decidono di distruggere questo essere anomalo e lo fanno capendo che il rifugio di IT è una casa abbandonata in Neibolt Street e usando delle palline di argento lanciate dalla fionda di Beverly e costruite da loro stessi. Quindi il pericolo sembra scampato ed i Perdenti sono convinti che IT sia morto definitivamente ma per rafforzare il loro legame fanno un patto di sangue promettendosi l’un l’altro che se IT fosse tornato loro si sarebbero riuniti…

Ventisette anni più tardi ovvero nel 1984 iniziano ancora degli omicidi di dubbia provenienza. Due ragazzi gay stanno attraversando il ponte di Derry e vengono attaccati da tre teppisti. Uno dei due ragazzi viene scaraventato giù dal parapetto e i tre teppisti vengono immediatamente arrestati. Loro continuano ad affermare di aver visto un pagliaccio divorare il corpo caduto. Poi iniziano a sparire un numero cospicuo di bambini da Derry e Mike, l’unico dei Perdenti rimasto in città e che lavora come bibliotecario, telefona agli altri membri dei Perdenti per tener fede alla promessa fatta tanto tempo prima.

Ognuno di loro conduce una vita diversa, ovviamente sono cresciuti, e ognuno di loro ha completamente dimenticato i fatti avvenuti 27 anni prima, come se una bolla avesse inghiottito tutti i loro ricordi. Bill è uno scrittore di libri horror, vive a Londra è famoso ed è sposato con una attrice un po’ più grande di lui. Beverly vive a Chicago, è una nota designer di moda ma ha sposato un uomo sadico e violento proprio come il padre, Eddie si è trasferito a Manhattan e dirige una ditta di noleggio Limousine per personaggi di alto bordo ed è sposato con una donna ansiosa e protettiva come era sua madre quando era bambino. Richie vive a New York dove conduce un suo programma comico alla radio. Ben finalmente ha perso tutti i chili che aveva in più ed è diventato un famoso architetto. Stan fa il ragioniere, vive ad Atlanta ed è sposato felicemente. Ma nessuno di loro ha mai avuto figli.

Quando tutti si riuniscono si accorgono che manca qualcuno: Stan. Mike confida loro che Stan si è suicidato nella vasca da bagno non appena lui l’ha chiamato per informarlo del ritorno di IT per paura di dover riaffrontare l’incubo che aveva vissuto da bambino ma con il sangue sul muro aveva scritto proprio il nome di IT. All’inizio del loro incontro nessuno ha un ricordo preciso di quello che successe quando ancora erano bambini ma a poco a poco uno alla volta iniziano a ricordare praticamente ogni cosa e sono decisi ad eliminare per la seconda volta questo essere tremendo…

‘’’IL MIO PARERE’’’

Dire che questo romanzo mi ha colpita è dire poco. Anche la sua infinita lunghezza non mi ha spaventata anzi quando mi mancavano circa 200 pagine ero già triste perché sapevo che presto questo viaggio della mia mente sarebbe finito. La bravura di King nel rendere reale e credibile IT e tutto quello che lui provoca è davvero incredibile. Secondo me è davvero difficile riuscire a scrivere un romanzo del genere. E’ studiato nei minimi particolari e, anche se è stato scritto parecchio tempo fa, tratta anche delle tematiche molto attuali. Il bullismo in primis, la violenza sui minori subito dopo, i farmaci placebo per calmare i mali immaginari e soprattutto le paure. A me i clown non sono mai stati simpatici, mi hanno sempre impressionata e spero di non incontrarne uno per un po’ di tempo altrimenti rischierei di scappare a gambe levate.

Alcuni passaggi mi hanno anche fatto accapponare la pelle e aspettavo il ritorno di mio marito a casa per proseguire la lettura anche perché io leggo in completo silenzio e iniziavo a sentire dei rumori strani… poi mi sono accorta che era la stufa a legna ma comunque ho chiuso il romanzo immediatamente. E’ una lettura che coinvolge e che è difficile riporre se si inizia un capitolo senza finirlo. E’ quasi ipnotico e anche se il finale è molto surreale io l’ho adorato.

Non ho raccontato proprio tutto nella trama perché non volevo rovinare la sorpresa ai pochi che ancora non hanno mai sentito parlare di IT. Sicuramente il libro è molto più impressionante e pauroso del film, le parole scritte rimangono nella mente anche quando si chiude la copertina e poi tutto è descritto in maniera migliore e con particolari più minuziosi. Mentre il film prima parla dei bambini e poi di quando crescono nel romanzo c’è una unione delle due storie che si intrecciano in modo magistrale. Beh direi che mi sono dilungata anche troppo e che avrete capito che ho adorato questo romanzo quindi mi sento di consigliarlo ovviamente a chi ama il genere un po’ horror e un po’ pulp. Spero di avervi aiutato nella scelta della vostra prossima lettura. Un abbraccio Romina

LA DISTANZA TRA ME E TE (LUCREZIA SCALI)

‘’’PREMESSA’’’

Buon lunedì a tutti. Anche oggi sono qui per raccontarvi la mia ultima lettura. Quando mi viene la voglia di shopping nessun riesce più a fermarmi. Sono davvero una maniaca dell’acquisto e di solito mi butto sempre sull’abbigliamento o le scarpe. Ma quando non trovo niente che mi soddisfa allora entro in libreria. Lì sono sicura che qualcosa da acquistare lo trovo sempre. Si vede che quel giorno non ero molto ispirata anche nell’acquisto di un romanzo così mi sono lasciata trasportare dai numerosi cartelli presenti da Feltrinelli con scritto 3 libri a € 9,90. Perché lasciarsi scappare una simile occasione? Così mi catapulto all’espositore e inizio la ricerca delle mie 3 letture. Sinceramente di tutti i titoli disponibili solo uno mi ispirava veramente, gli altri non li avevo mai sentiti nominare né per quanto riguarda il titolo e nemmeno l’autore. Ma alle offerte non so resistere così ho chiuso gli occhi e ne ho pescati due.

Già dalla copertina avevo capito che si trattava di romanzi romance. Io non sono una fan del genere ma ogni tanto quando sono triste o nei molti momenti di sconforto al lavoro mi piace rifugiarmi in qualcosa di tranquillo, qualcosa che scalda il cuore e questo genere di romanzi sono proprio l’ideale per il mio umore nero. L’amore mi mette sempre di buon umore, di qualsiasi amore si tratti. Questo genere di letture è molto semplice, il linguaggio usato è quasi elementare ma perdono tutto se riesce a strapparmi un sorriso anche piccolo piccolo. LA DISTANZA TRA ME E TE all’inizio però non mi aveva colpita più di tanto. Le prime pagine non erano riuscite a catturare la mia attenzione come altri romanzi rosa avevano fatto immediatamente ed ero un po’ delusa. Così ho continuato a leggere anche se un po’ scoraggiata e piano piano la storia ha iniziato a decollare. Devo dire che non è stato male leggerlo fino al finale.

Un libro per piacermi veramente deve iniziare ma soprattutto finire. Non amo i finali aperti che lasciano pensare a tutto e a niente allo stesso tempo. Mi piace arrivare alla conclusione delle cose che faccio ma soprattutto a quelle che leggo e non sopporto quando un romanzo lascia in sospeso tutto quanto. Soprattutto un romanzo rosa dove il lieto fine è quasi d’obbligo altrimenti perché classificarlo in quella categoria? Dopo metà libro avevo sempre il sorriso stampato sulla faccia per quanta tenerezza c’era e arrivata alle ultime pagine mi aspettavo davvero una conclusione degna di tutto il racconto… ma non sempre le aspettative sono la realtà e così stamattina ci sono rimasta malissimo quando ho girato la pagina credendo di trovarmi l’epilogo o qualcosa del genere e mi sono ritrovata ai ringraziamenti. Lo so ci sono molti scrittori che lasciano i finali aperti ma io li evito accuratamente perché per me una storia deve avere una conclusione.

Adesso vi racconto un po’ di trama così da spiegare meglio i miei pensieri…

‘’’LA TRAMA’’’

Il romanzo parte a Roma. Isabel Borgia ha ventinove anni, è alta, bionda, con un fisico da fare invidia ad una modella. E’ una donna seria, sposata e fedele ma non sembra molto felice. Tutta la sua vita è incentrata sul marito Mattia. Un uomo molto bello, che la riempie di regali e che non le fa mancare nulla, un uomo in carriera che vuole che sua moglie rimanga a casa a coltivare i suoi interessi tanto il suo stipendio basta e avanza per tutti e due. Però la priorità di Mattia è sempre e solo il lavoro. Sono quattro anni che Isabel sistema casa, fa la spesa, prepara cenette romantiche a cui Mattia a volte non partecipa perché è troppo impegnato. Ma Isabel sa benissimo come è fatto suo marito e si rende anche conto che nessun matrimonio purtroppo è perfetto. Per questo ha deciso di prendere un cane per farle compagnia: Frida a cui dedica tutto il tempo possibile. E’ la sua inseparabile amica, è il suo motivo di fuga e insieme partecipano alle gare di agility dog sparse in tutta Italia. Isabel non ha mai avuto molti amici, non crede molto nelle confidenze altrui ecco perché Frida la fa sentire meno sola.

Ci spostiamo a Torino. Andreas Keller è davvero un bel tipo. Il suo aspetto lo rende molto sexy, il suo lavoro di meccanico gli ha fatto formare un corpo davvero invidiabile e non ha paura di niente e di nessuno. Vive la vita come capita, non si aspetta mai nulla dal domani ed ama le cose semplici anche perché può permettersi solo quelle. E’ sempre stato un donnaiolo, non si è mai davvero innamorato e a trent’anni non crede che questo possa succedere anche se ha deciso di convivere con Regina. Non prova amore per lei ma nutre un profondo affetto e vede quanto lei lo ami quindi lui fa di tutto per non ferirla anche se Regina è davvero gelosa di qualsiasi cosa gli giri intorno. Anche lui adora i cani, ne ha avuti da quando era un bambino ed ora il suo fedele compagno è Ulisse con cui anche lui fa le gare di agility dog.

E’ proprio durante una gara che Isabel e Andreas si scontrano nel vero senso della parola. Ma questo primo momento tra i due non è certo dei migliori. Isabel in qualche modo si sente subito minacciata dalla sua presenza ma soprattutto dal fatto che prova una specie di attrazione per lui, cosa che non aveva mai sentito per nessuno. Andreas invece la classifica immediatamente come una smorfiosa ricca che sfodera il meraviglioso anello di matrimonio solo per vantarsi di fronte agli altri. Purtroppo per Isabel la gara non è delle migliori. Mentre sta correndo con Frida le si slaccia una scarpa e cade. Fine dei giochi mentre Andreas è arrivato alla medaglia di bronzo con Ulisse. Isabel non riesce a trattenere le lacrime che Andreas cerca con qualche battuta di placare ma lei rimane sempre fredda nei suoi confronti.

Al ritorno a casa Isabel si accorge di avere un messaggio di Andreas su Facebook. E’ davvero combattuta, non usa spesso i social e comunque rimane una donna felicemente sposata, ma decide di rispondergli almeno per cortesia. Iniziano così uno scambio di battute che piano piano si trasformano in amicizia e forse anche in qualcosa di più….

‘’’IL MIO PARERE’’’

Forse mi ripeto un po’ ma sono rimasta delusissima da questa lettura. Doveva avere un finale e non lasciare tutto in sospeso. Sono ritornata indietro nel tempo con questo romanzo. Anch’io prima di conoscere mio marito avevo uno scambio interminabile di messaggi con lui soprattutto perché lavorava lontano tutta la settimana, anch’io aspettavo con ansia di poterlo vedere e alcuni dei dialoghi tra Isabel e Andreas assomigliavano proprio ai nostri. Ed è forse per questo che volevo che il romanzo si concludesse con dei bei fuochi di artificio e non lasciando immaginare al lettore cosa possa succedere.

E’ un romanzo rosa quindi deve piacere il genere ma si legge davvero in pochissimo tempo. Molte pagine sono occupate da messaggi di facebook e quindi la lettura è anche meno pesante. Il linguaggio usato è semplice ma anche l’autrice è molto giovane potrà sempre migliorare con il tempo! Il tema trattato era davvero molto carino e l’amore per gli animali è un punto in più a favore di tutta la narrazione. Mi è quasi venuta voglia di adottare un cucciolo anch’io ma poi dovrei lottare con il marito che non è d’accordo uffa… Consigliarlo? Sono indecisa…io mi sono arrabbiata e ci sono rimasta malissimo per il non finale ma c’è anche chi apprezza queste scelta quindi lascio a chi mi legge la scelta.. le mie ragioni le ho dette adesso aspetto qualche commento da chi l’ha letto e la pensa diversamente da me!!! Spero di avervi aiutati nella scelta della vostra prossima lettura. Un abbraccio Romina.

LA MANO (HENNING MANKELL)

‘’’INIZIAMO…’’’

Buon giovedì a tutti. Complice un mercoledì di festa ho terminato la lettura di un altro romanzo ed ora sono qui a raccontarvelo. Non ho acquistato personalmente questo ebook ma mi è stato regalato da amici con cui scambio i libri in formato digitale. Non mi ricordo nemmeno chi me l’ha donato: ho una grande cartella sul computer che contiene tantissimi file tutti mescolati insieme ma appena ho visto l’autore ho deciso di iniziarlo immediatamente. Henning Mankell è uno degli scrittori di gialli che io apprezzo di più. Forse perché è stato uno dei primi che ho iniziato a leggere o perché il suo personaggio principale Kurt Wallander mi ha sempre fatto molta simpatia.

Quando leggo un romanzo mi piace moltissimo cercare di dare un volto ai protagonisti, se poi parliamo di una serie di libri con gli stessi personaggi allora lì mi sbizzarrisco subito. Ho provato a guardare la serie televisiva che vede Wallander protagonista ma non mi ha entusiasmata. Un po’ troppo lenta per i miei gusti, i personaggi non mi hanno convinta più di tanto e quindi ho abbandonato immediatamente. Rimango sempre dell’idea che è sempre meglio il romanzo che la trasposizione sia cinematografica che televisiva. Ho davvero trovato pochi film o serie migliori della carta stampata.

Una curiosità che volevo farvi sapere. Questo romanzo è uscito in Italia molto dopo la fine della carriera del nostro Wallander. Nel 2002 in Olanda c’è stata una iniziativa editoriale: proporre ad un autore di scrivere un giallo e di regalare un altro libro per ogni copia venduta di quel giallo. LA MANO era il libro in omaggio. Beh forse sarebbe meglio chiamarlo racconto in quanto si tratta davvero di poche pagine ma la scrittura di Mankell rimane comunque una delle mie preferite. Quando ho visto che erano solo 105 paginette mi sono un po’ depressa, non credevo che potesse piacermi, mi aspettavo qualcosa di strano e diverso visto che i suoi romanzi sono sempre abbastanza lunghi, ma mi sono dovuta ricredere. Non c’è molta azione e anche la cattura del colpevole è un po’ atipica ma la storia regge bene ed è anche una bella storia.

Ma prima di iniziare con la trama vorrei presentarvi il signor Kurt Wallander specificando che si tratta di un personaggio inventato e non reale.

‘’’KURT WALLANDER’’’

E’ nato il 30 gennaio 1948 ed è cresciuto a Malmo. Quando ha preso la decisione di entrare nel corpo della polizia sono iniziate le discussioni con il padre ed il loro rapporto è diventato un conflitto costante. Suo padre ha sempre guadagnato dipingendo paesaggi. La madre di Kurt è deceduta mentre lui ancora studiava alla scuola di polizia e ha una sorella di nome Kristina che sente raramente visto che abita a Stoccolma. Kurt adora la musica lirica e da ragazzino sognava di diventare un famoso cantante lirico oppure un bravissimo fotoreporter. Anche dopo essere entrato in polizia ha comunque sognato per qualche tempo di lavorare come impresario nella lirica assieme ad un suo amico aspirante tenore ma la cosa non è continuata.

E’ entrato in polizia alla fine del 1960 e ha iniziato facendo l’agente dell’ordine pubblico presso il distretto di Malmo. Nel 1969 è stato anche ferito con un coltello e per questo è finito in coma per quattro giorni ed ha subito due operazioni abbastanza importanti. La sua aspirazione però è sempre stata quella di diventare ispettore e il passaggio avviene ufficialmente il 1° ottobre 1969.

Nel 1970 si è sposato con una parrucchiera di nome Mona ed insieme hanno una figlia Linda nata alla fine del 1970. Il rapporto con la moglie non è mai stato accomodante: le discussioni non mancavano mai. Nel 1975 la famiglia si trasferisce ad Ystad e quindi vicino al padre di Kurt e l’anno dopo Kurt entra al distretto di polizia di quella zona. Fino ad arrivare al 1990 quando diventa Commissario capo.

Dopo la separazione con la moglie Wallander ha iniziato a mangiare in modo disordinato, ad ingrassare e a non pensare più alla sua salute fisica. Ama bere ma non fuma. E’ un uomo nonostante tutto molto determinato ma anche buono e se decide di risolvere un caso non dorme nemmeno la notte per arrivare in fondo alla questione.

‘’’LA TRAMA’’’

Kurt Wallander per una volta vuole pensare a se stesso, a sua figlia ed alla pensione non ancora prossima ma abbastanza vicina per programmare la sua vita senza la polizia. Il suo sogno sarebbe quello di abbandonare la sua attuale abitazione e di trasferirsi con la figlia in una casa di campagna o almeno in un luogo dove ci sia un giardino. Quando lo sente parlare di questo il suo collega Martinsson gli propone una sistemazione. Un suo lontano parente lo ha incaricato di vendere la sua abitazione a Loderup. Lui è ricoverato a tempo pieno in un istituto per anziani e ha perso la memoria ma la casa è veramente grande, attorniata da un bellissimo parco e un ampio terreno coltivabile.

Wallander decide di andare a dare un’occhiata. La casa lo convince è anche poco lontano da dove abitava suo padre ed anche il costo non sembra affatto male, ma mentre sta facendo un giretto intorno nel giardino inciampa in qualcosa. Quando si china per vedere cosa possa essere si accorge che è lo scheletro di una mano umana. Informa immediatamente i colleghi che si recano sul luogo per cercare il resto dello scheletro. Dopo un po’ di scavi lo trovano, interviene anche il nuovo medico legale e iniziano le indagini su chi possa essere. Dalla datazione delle ossa si arriva a sapere che il periodo del decesso risaliva quasi certamente al 1940. Wallander capisce subito che deve abbandonare l’idea di acquistare quella abitazione almeno per ora ma qualcosa lo turba e, dopo pochi giorni, decide di tornare sul luogo del delitto. Nota immediatamente che qualcosa stona anche nei cespugli. Mentre tutti i fiori sembrano piantati con una certa cura ce ne sono alcuni che sembrano buttati lì o ripiantati. Decide così di convocare ancora la sua squadra e scavando si accorgono che è presente anche un altro cadavere.

Le persone scomparse quindi sono due un uomo e una donna ma il caso sembra essere davvero difficile perché dalle indagini i corpi dovevano avere circa cinquant’anni quando sono stati uccisi e ora, a distanza di tanto tempo, quasi tutti i testimoni potrebbero essere deceduti…

‘’’IL MIO PARERE’’’

Anche se io amo i romanzi un po’ più corposi ho apprezzato davvero molto questo libro. Era da parecchio che non leggevo un’indagine dell’ispettore Wallander quindi sono stata felice di averne trovata una nuova. E’ un buon giallo forse un po’ meno basato sulle indagini e un po’ più introspettivo per quanta riguarda i personaggi che lo popolano. Anche il finale non è dei più emozionanti per quanto concerne l’intrigo ma riesce a convincere grazie alla bravura di questo scrittore.

Essendo legato a tutta una serie i personaggi sono descritti molto bene e sono quasi sempre gli stessi anche se in ogni libro le loro caratteristiche aumentano sempre di più proprio per farli conoscere meglio al lettore. La trama è ben costruita e anche se è molto corto il finale è adeguato al resto della narrazione. Insomma a me è piaciuto moltissimo e mi sento di consigliarne la lettura. Forse sarebbe meglio iniziare dal primo della serie per capire meglio i caratteri dei protagonisti ma non è essenziale in quanto lo scrittore non fa mai riferimenti a libri precedenti o se li fa spiega sempre le motivazioni.

Spero di avervi aiutati nella scelta della vostra prossima lettura. Un abbraccio Romina

MRS BRIDGE (EVAN CONNELL)

‘’’PREMESSA…’’’

 

Buon martedì a tutti. Anche oggi, come al solito, sono qui per raccontarvi l’ultimo libro che ho finito di leggere prima di andare a dormire ieri sera. Come ormai saprete, sono abbonata al Club degli Editori da quando ero poco più che una bambina e da quel momento non ho mai smesso di acquistare libri da quella splendida rivista che arriva a casa puntualmente o quasi ogni mese. Ultimamente però trovo che le sue proposte non siano poi tanto interessanti. Spesso non conosco gli autori menzionati e men che meno i titoli ma l’acquisto ormai è diventato quasi un rito e quindi spesso e volentieri scelgo a scatola chiusa leggendo solamente quel po’ di trama che appare di fianco alla copertina.

 

E’ da un po’ di tempo che cerco di alternare i miei adorati thriller con qualcosa di totalmente diverso. La prima motivazione è che sono curiosa e non posso fossilizzarmi solo su un genere mentre la seconda e forse la più importante è che i miei gusti stanno cambiando (sarà l’età) ed alcuni romanzi sono davvero interessanti e soprattutto scritti molto bene. Tornado a MRS. BRIDGE non mi ricordo assolutamente il motivo per cui l’avevo acquistato e quando l’ho iniziato non sapevo nemmeno di cosa trattasse. Forse è stata la copertina ad incuriosirmi o forse non avevo altro da scegliere così mi sono buttata ad occhi chiusi su un titolo e ho scritto il nome sulla cartolina dell’ordine.

 

Pensavo si trattasse di un romanzo moderno e invece ho ricevuto la prima delusione: questo libro è stato scritto da Evan Connell esattamente nel 1959 ed è da poco che è stato tradotto ed edito in Italia e racconta la storia di una casalinga benestante americana dagli anni 30 fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Appena l’ho iniziato non sapevo se sarei riuscita a finirlo… mi sembrava abbastanza banale, un po’ troppo ricco di ripetizioni e la storia non mi interessava più di tanto ma, man mano che scorrevano le pagine la mia curiosità aumentava e non vedevo l’ora di arrivare all’ultima pagina per sapere quale finale avrebbe deciso lo scrittore. Saranno stati i capitoli corti, sarà stata la bravura di Evan Connell nel raccontare anche le vicende più scontate, ma credo che questa lettura mi rimarrà impressa per molto tempo. E non ci troviamo di fronte ad una storia epica, ad un romanzo pieno di avvenimenti ma è la descrizione di una donna attorniata dalle sue amiche e dalla sua famiglia che però sente un vuoto dentro e non sa come riempirlo.

 

Dopo ogni capitolo mi chiedevo quale fosse il motivo che mi spingeva a proseguire e me lo chiedo anche ora che sto scrivendo questa opinione perché sono ancora confusa, perché non capisco che cosa mi ha fatto piacere questo romanzo visto che è molto lontano da me sia per il tempo in cui è stato scritto, sia per gli argomenti trattati ma mi sembrava quasi di vedere un serial televisivo ambientato indietro nella storia con dei protagonisti davvero molto interessanti e diversi gli uni dagli altri. Adesso vi racconto un po’ di trama così da spiegarmi meglio…

 

‘’’IL ROMANZO…’’’

 

India Bridge non è mai riuscita ad abituarsi al suo nome così originale. Lei era la regina del convenzionale e non capiva perché i suoi genitori avessero scelto proprio India per chiamarla. Da ragazza non era intenzionata a sposarsi, era fermamente convinta di riuscire a cavarsela benissimo anche senza un marito. Poi India ha conosciuto Walter Bridge. Un giovane avvocato molto alto e dal portamento distinto, con i capelli rossi e lo sguardo da persona decisa. E, una sera d’estate, ha deciso che quell’uomo era molto attraente e le piaceva. Amava i suoi discorsi, amava una persona che voleva diventare qualcuno nella vita e soprattutto aveva capito che Walter era anche romantico e galante.

 

Quando il padre di India morì, lei sposò il sig. Bridge e si ritrovò a vivere a Kansas City dove il marito aveva deciso di aprire uno studio. Tutto sembrava davvero andare per il meglio e il tempo passava molto velocemente per India che nel suo ruolo di moglie non aveva mai nessun tipo di incertezza. Ma spesso durante la notte si svegliava e avvertiva qualcosa, una specie di inquietudine, come un segno premonitore dei lunghi anni che sarebbero venuti. Walter non era un uomo molto espansivo e spesso dedicava più ore al lavoro che alla moglie ma la riempiva di regali costosissimi anche se India non gli ha mai chiesto nulla. Alcune volte addirittura si vergognava a sfoggiare la nuova automobile o una pelliccia che poche potevano permettersi ma, visto che era il volere del marito, lei accettava ugualmente.

 

Trascorrono gli anni e India e Walter diventano genitori di tre figli: Ruth con i capelli e gli occhi scurissimi, Carolyn con i capelli biondi e gli occhi azzurri come la madre e Douglas l’unico maschio magrissimo e rosso di capelli proprio come il padre. Le prime lezioni che India dà ai suoi figli sono quelle che le avevano impartito i suoi genitori: dovevano avere buone maniere, un carattere amabile e soprattutto essere sempre puliti e presentabili. Man mano che i figli crescono India non riesce mai a capirli fino in fondo, li guarda diventare grandi ma non è sicura di conoscerli davvero. Ognuno ha il suo carattere e il suo modo di vedere la vita ma nessuno assomiglia veramente a lei.

 

E quando i suoi figli diventano autosufficienti lei si ritrova in una casa enorme senza avere nulla da fare. La cameriera Harriet provvede a qualsiasi cosa e così India cerca di dedicare il suo tempo libero, troppo,  a qualcosa come studiare lo spagnolo, scoprire l’arte, interessarsi di politica o semplicemente leggere ma tutte queste attività non la interessano davvero è solo un motivo per occupare il tempo, India si annoia terribilmente. Ha amiche con cui va ai pranzi organizzati, a qualche festa di beneficenza ma lei vede gli altri riempire il tempo mentre lei non riesce a capire di essere davvero infelice…

 

‘’’IL MIO PARERE…’’’

 

Non credevo che un romanzo del genere mi potesse piacere. Forse anzi sicuramente è stata la bravura di chi l’ha scritto ad attirarmi così tanto dentro ad una storia che all’apparenza può sembrare banale ma che nasconde davvero una infinita tristezza attraverso la vita della protagonista. Ogni parola sembra davvero pesata, ogni frase è costruita in un modo che rasenta la perfezione per rendere partecipe il lettore dei tormenti che popolano la mente di India. Il linguaggio nonostante questo è davvero molto facile, non ci sono termini difficili o di dubbia comprensione. Ogni personaggio anche le più piccole comparse è descritto alla perfezione e caratterizzato in modo che si riconosca da tutti gli altri. La malinconia è presente anche nelle scene più esilaranti, c’è sempre un velo di nebbia in tutta la narrazione e la nebbia è proprio la caratteristica del carattere della protagonista.

 

Consigliarlo? Beh anche navigando nel web ho visto solo pareri positivi e quindi aggiungo anche il mio. Si legge velocemente visto che non è nemmeno un libro lunghissimo e rimane impresso nella mente. Spero di avervi aiutati nella scelta della vostra prossima lettura. Un abbraccio Romina

NERO WOLFE FA LA SPIA (REX STOUT)

‘’’INIZIAMO’’’

Buon mercoledì pomeriggio a tutti. Anche oggi sono qui come al solito per raccontarvi la mia ultima lettura. Ho appena chiuso il mio Kobo e mi sono subito catapultata al computer per condividere con voi NERO WOLFE FA LA SPIA. Questo romanzo non è stato un mio acquisto ma mi è stato donato da alcuni amici con cui scambio gli ebook appena finito di leggerli. Sebbene adori i gialli ed i misteri non mi sono mai soffermata più di tanto a leggere le avventure di questo personaggio. Ma ho una lunghissima fila di Rex Stout da leggere e allora perché non iniziare con un romanzo a caso questa mia nuova avventura? Conoscevo Nero Wolfe grazie ai telefilm che passavano per la televisione ma anche quelli non mi sono mai interessati più di tanto o meglio io adoro qualsiasi cosa parli di crimini e misfatti ma il mio maritino che condivide con me il grande schermo nel salotto continuava a dire che questi telefilm erano troppo lenti e ripetitivi e così dovevo per forza cambiare canale. Ora è da tanto tempo che non ne sento più parlare ma almeno uno intero mi sarebbe davvero piaciuto vederlo.

Tornando al romanzo l’ho iniziato senza molte aspettative, si tratta di un libro corto che si legge abbastanza in fretta, nemmeno duecento pagine quindi se non mi fosse piaciuto non avrei perso poi tanto tempo, invece dalle sin dalle prime pagine ha catturato il mio interesse. Mi aspettavo qualcosa di più noioso, forse lento e scritto con una terminologia abbastanza antica e invece mi sono trovata immersa in una storia credibile, simpatica, avvincente che mi ha davvero catturata. Questo investigatore molto fuori dai soliti schemi, questo omone che sembra burbero quando sotto sotto non è, con il suo aiutante simpatico un po’ goffo ma molto ironico e competente sono riusciti ad attirare la mia attenzione e credo che non mi fermerò solo ad un libro di questo autore ma proseguirò con tutti quelli che ho a disposizione.

Poi la storia mi ha attirata ancora di più in quanto, indagando nel web, ho capito che Nero Wolfe di solito indaga dalla sua comoda poltrona di casa mentre questa volta si sposta e che viaggio intraprende…senza nessuna comodità, senza sapere se sarebbe riuscito a tornare a New York sano e salvo, ad un certo punto deve persino lasciare i suoi documenti e farsi passare per un’altra persona…una novità per un personaggio molto poltrone come è lui che lascia la parte movimentata ai suoi fidati aiutanti. Adesso però entriamo nella lettura e vi presento prima i personaggi che popolano questo romanzo e poi vi accenno anche ad un po’ di trama così da incuriosirvi…

‘’’I PERSONAGGI’’’

Nero Wolfe, l’investigatore privato che riesce a trovare qualsiasi colpevole

Archie Goodwin, il suo fedele assistente che segue Wolfe ovunque lui vada e che non lo tradirebbe per nessuno al mondo

Carla Britton, la figlia adottiva di Nero Wolfe, una donna molto testarda che sa quello che vuole e che sa come ottenerla

Marko Vukcic, il proprietario di un noto ristorante il Rusterman dove Nero Wolfe va spesso a mangiare ed è diventato molto amico di Marko

Danilo Vukcic, è lo zio di Marko e ospita Wolfe e Archie mentre cercano il colpevole

Paolo Telesio è un agente di cambio italiano che custodisce i documenti di Wolfe e del suo aiutante mentre sono tra le montagne in cerca di risposte

e poi ci sono altre comparse minori Ubé Bilic un giovane jugoslavo rivoluzionario che decide di consegnare Wolfe e Archie alle autorità albanesi, Gospo Stritar il capo della polizia segreta di Titogrado, Josip Pasic il capo dello Spirito della Montagna Nera un gruppo rivoluzionario e non può mancare anche chi fa il doppio gioco con tutti quanti ossia Peter Zov.

Ognuno di loro ha un ruolo ben preciso nella narrazione e anche le comparse servono a rendere più interessante ed avvincente tutta la storia.

‘’’LA TRAMA’’’

Nero Wolfe viene immediatamente informato che il suo amico Marko Vukcic nonché il proprietario di uno dei ristoranti dove lui adora mangiare è stato assassinato. Marko era un immigrato a New York e cercava in tutti i modi possibili di aiutare i suoi compatrioti nella lotta per l’indipendenza del Montenegro inviando denaro e ogni cosa loro richiedessero. Il Montenegro è la terra natia anche di Nero Wolfe e della sua figlia adottiva Carla.

Appena Carla apprende questa notizia decide di partire immediatamente per trovare il colpevole e per aiutare gli altri suoi compatrioti ma anche lei scompare misteriosamente tra le montagne e il giorno dopo viene trovata assassinata. Il nostro detective comprende subito che, per risolvere questo caso, deve partire anche lui verso quelle terra. Ovviamente il suo fedele assistente Archie lo segue. Questo viaggio è duro per Wolfe per due motivi: la sua mole fisica e le sue abitudini sedentarie non sono l’ideale per quello che sta per intraprendere ma anche perché nella sua mente ritorna al suo passato, alla sua giovinezza, alla sua indole di combattente che aveva tanto tempo fa. Sono ricordi che non gli fanno male però riguardano comunque un periodo molto diverso della sua vita.

E così si ritrovano ad affrontare lunghe e faticose camminate, a dormire all’aperto, a cambiare nome, ad affrontare situazioni molto inusuali per la loro vita agiata a New York. Nero Wolf parla anche il serbo mentre Archie si deve attenere solamente alle sue traduzioni approssimative ma nonostante questo aiuta il suo capo meglio che può nella ricerca del colpevole che non sembra facile come può invece sembrare…

‘’’IL MIO MODESTO PARERE’’’

Sono abituata a romanzi pieni di suspence, azione, cambi di prospettiva e questo libro non è certo da meno ma quello che mi ha colpito di più è l’ironia nel descrivere anche le situazioni più intrigate e impensabili. Non ho provato a scoprire il colpevole in quanto la storia è un po’ intricata ma mi sono fatta tante risate per l’impaccio di Nero Wolfe ad affrontare anche le situazioni più semplici. Mi sono venute quasi le lacrime agli occhi quando viene descritto questo grande omone che cerca di dormire in mezzo alla paglia per nascondersi da eventuali assalitori ma soprattutto quando si sveglia e non riesce più a capire se attaccato al suo corpo ci sono ancora le gambe. I suoi piedi ormai non stanno più nelle scarpe, il suo corpo enorme fa fatica a sedersi sulle sedie normali ma nonostante questo la sua eleganza è sempre presente.

La storia è abbastanza credibile, potrebbe quasi definirsi un romanzo di spionaggio, i personaggi sono quasi tutti caratterizzati molto bene e si distinguono bene nella narrazione ed anche il finale è abbastanza soddisfacente. Non si tratta ovviamente di un capolavoro della letteratura in quanto il linguaggio è molto semplice ma questo romanzo vale davvero la pena di essere letto soprattutto per chi ama i gialli ed i thriller. Rex Stout è uno dei predecessori degli scrittori dei nostri tempi ma non ha niente da invidiare a nessuno. Mi sento quindi di consigliarlo sicuramente. Spero di avervi aiutati nella scelta della vostra prossima lettura. Un abbraccio Romina.

L’APPUNTAMENTO MANCATO (MARY E CAROL HIGGINS CLARK)

 

‘’’INIZIAMO’’’

Buon venerdì a tutti. Anche oggi, come al solito, sono qui per raccontarvi la mia ultima lettura. Non mi ricordo quanto tempo fa ma penso parecchio ho iniziato ad acquistare in edicola con una uscita settimanale tutti i romanzi di Mary Higgins Clark. Come sempre queste uscite all’inizio costano veramente poco e quindi il primo romanzo era davvero un’offerta ma, col trascorrere delle settimane, il prezzo continuava a crescere. Una volta mi sono soffermata sui romanzi di questa autrice in una libreria e ho notato che costavano molto meno di quanto li pagavo io con La biblioteca di Donna Moderna. Ma oramai ero quasi arrivata alla fine della raccolta e poi le copertine erano molto carine e tutte uguali che ho finito per acquistarli tutti.

Quando è arrivato il momento della lettura i primi due o tre romanzi mi sono piaciuti parecchio poi mi sembravano tutti uguali. Questa scrittrice non cambia mai lo stile di quello che racconta, sì le storie erano abbastanza originali ma lo stesso modo di scrivere per 16 libri di fila alla fine stancherebbe chiunque anche una lettrice assidua come me e quindi non vedevo l’ora di finire la serie. Ovviamente Mary Higgins Clark ha continuato a produrre romanzi ma non ne ho mai più acquistato uno: ne avevo davvero avuto abbastanza.

Poi all’inizio della settimana dovevo trovare un romanzo in formato cartaceo da leggere e mi sono messa a pescare nel mio scatolone contenente i libri in attesa di essere letti. Senza nemmeno guardare ne ho pescato uno….e ho trovato un altro dei romanzi della Biblioteca di Donna Moderna. Ma come io ero davvero convinta di averli finiti tutti e così ho deciso di leggerlo. Questa volta oltre che a Mary Higgins Clark c’era anche la collaborazione di sua figlia Carol. Non ci ho pensato molto e, come dice il proverbio, tolto il dente tolto il male ho aperto la prima pagina.

Si tratta di un romanzo abbastanza breve, nemmeno duecento pagine, e questo mi ha rassicurato, non avrei sprecato poi così tanto tempo a leggerlo e magari, dopo tanto tempo che non leggo più nulla di questa scrittrice, poteva anche piacermi visto che i suoi primi scritti mi avevano convinta molto. Appena ho iniziato a leggere però mi sono ritrovata davanti allo stesso stile elementare, ai soliti personaggi un po’ strani ed a un giallo non troppo coinvolgente. Tutto molto banale, poca suspence e più attenzione ai dialoghi inutili tra i personaggi che alla storia in generale. E anche la storia non è delle più originali in assoluto. Sembra quasi di trovarsi immersi in quei film che danno il pomeriggio d’estate tanto per riempire il palinsesto televisivo. Una storia con una punta di mistero che poi tanto mistero non è visto che i colpevoli vengono nominati fin dall’inizio.

Come sempre io sono rimasta delusa. Certo me lo dovevo aspettare visto che ne avevo letti 16 e tutti quasi simili ma io sono sempre positiva e ho cercato in tutti i modi di trovare qualcosa di interessante…purtroppo non l’ho trovato e mi dispiace moltissimo perché a me non piace proprio bocciare un romanzo soprattutto perché ho impiegato del tempo per leggerlo e quel tempo avrei potuto dedicarlo a qualcosa che mi soddisfaceva di più. Adesso vi racconto un po’ di trama ma la storia è così poco articolata che devo cercare di non dilungarmi troppo altrimenti rovinerei la sorpresa a chi ha intenzione di leggere L’APPUNTAMENTO MANCATO….

‘’’LA TRAMA’’’

Luke Reilly è un buonissimo imprenditore. In pochissimo tempo è riuscito a trasformare il suo lavoro in una grande fonte di guadagno. Lui è un impresario di pompe funebri ed è il titolare di ben tre negozi nella zona in cui vive. E’ sposato con Nora una nota scrittrice di romanzi gialli ed ha una figlia Regan che si occupa di investigazioni private.

Il Natale è alle porte ma Nora ha un piccolo incidente. Mentre cerca di uscire di casa inciampa in un tappeto che le aveva regalato la figlia e si rompe una gamba. Viene ricoverata immediatamente in ospedale al reparto di chirurgia del Manhattan Hospital in attesa di essere operata. Intanto ha una grossa ingessatura che va dalla punta del piede fino sopra alla coscia. I piani di trascorrere il Natale fuori sono finiti miseramente e Luke decide che, dopo aver lavorato ad un funerale ed essere andato dal dentista, avrebbe dedicato il resto della giornata a cercare un albero per addobbare la casa.

Luke aveva pensato di affidare il funerale al suo socio Austin ma questa volta la storia era un po’ particolare e quindi doveva andare di persona. Il defunto invece di lasciare tutto il suo patrimonio al nipote aveva deciso di donarlo allo Stato-giardino d’America, una associazione che proteggeva la vegetazione. Proprio quando il deceduto era nella bara suo nipote per ripicca aveva infilato frammenti decomposti di piante e di terra nelle maniche dell’abito dello zio e Luke non voleva che questo parente rovinasse ancora qualcosa della cerimonia quindi voleva controllare.

Luke lascia quindi la figlia ad accudire la madre, chiama Rosita Gonzales, la sua autista e decide di affrontare tutti i suoi impegni. Rosita era alle loro dipendenze da molto tempo, era single ed aveva due bambini da accudire, due tesori che lei adorava ed aveva accettato quel lavoro da autista proprio per provvedere a loro. Ma purtroppo i piani di Luke vengono interrotti perché lui e Rosita vengono rapiti. Tutti e due conoscono i rapitori: uno è proprio il nipote del defunto e l’altro è un imbianchino che è stato cacciato da casa Reilly per aver fatto un cattivo lavoro…

‘’’COSA NE PENSO’’’

Non posso dire che il romanzo sia scritto male, non posso dire che i personaggi non siano caratterizzati bene e che la storia non regge ma posso dire che non mi ha entusiasmata nemmeno un po’. L’ho trovato davvero troppo banale, troppo scontato, niente di nuovo. Forse più leggo e più divento esigente ma questo libro, il linguaggio usato, i passaggi brevi, i dialoghi, poteva essere scritto anche da un ragazzino che ha appena finito le scuole medie. E forse lo avrebbe fatto sicuramente meglio. La collaborazione tra madre e figlia non ha dato buoni frutti anzi non vedevo l’ora di finirlo per poter incominciare una nuova lettura.

Non l’ho abbandonato solamente perché ero curiosa di come si sarebbe conclusa tutta la storia visto che i colpevoli si sapevano già dalle prime pagine ed anche il finale non mi ha colpita per niente. Mi sento davvero cattiva quando boccio una lettura, per me è come parlare male della mia migliore amica ma questa volta non potevo fare altrimenti. Non mi sento di consigliare L’APPUNTAMENTO MANCATO per tanti motivi: il primo è che è davvero un romanzo banale, manca un colpo di scena, i personaggi sono poco credibili e troppo sopra le righe e tutto sembra davvero troppo surreale anche per essere un romanzo giallo. Il secondo è che il linguaggio è davvero troppo semplice, troppo elementare anche per una come me che apprezza poco i paroloni o i racconti molto sofisticati. E l’ultimo è che esistono davvero tanti gialli meglio di questo e allora perché perdere tempo?

Forse sono stata un po’ troppo cattiva ma purtroppo questo è il mio modesto parere, il pensiero di una lettrice accanita. Spero di avervi aiutati nella scelta della vostra prossima lettura, un abbraccio Romina.