Giochi d’ombra (Charlotte Link)

PREMESSA…

Buongiorno a tutti. Pescando nella lunga lista dei miei ebook, la settimana scorsa ho deciso di immergermi in questo romanzo di Charlotte Link. La scrittrice non mi era nuova e avevo una voglia tremenda di un bel giallo magari con un finale a sorpresa che riuscisse a stupirmi. Tutti i romanzi di Charlotte Link che avevo letto in precedenza mi erano piaciuti o meglio ho dovuto capire un po’ la scrittrice per entrare in sintonia con lei. All’inizio non la apprezzavo molto perché si perde in tante, troppe descrizioni sia di personaggi che di luoghi che di attimi e la suspence del giallo a volte si perdeva tra le troppe pagine dei suoi romanzi. Poi ho iniziato a vedere tutto in modo diverso, certo le descrizioni lunghe continuano ad annoiarmi, ma nei suoi scritti erano parte integrante di tutto. Erano come la bella cornice di un quadro.

Come avrete capito, però, io vado molto a caso nella scelta delle letture, non mi fisso mai su uno scrittore in particolare perché non ho la pazienza di aspettare l’uscita del suo ultimo lavoro o di pagarlo troppo perché si tratta di un romanzo nuovo. E così era da veramente tanto tempo che non leggevo un libro di Charlotte Link e un po’ mi ero scordata del suo modo di raccontare. Appena l’ho iniziato ero davvero molto felice, finalmente una scrittrice che conosco e che apprezzo, ero proprio sicura che mi sarebbe piaciuto tanto.

Le prime pagine mi avevano abbastanza intrigata, mi sembrava quasi di trovarmi in un giallo di altri tempi, una sorta di Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, e anche se il finale mi sembrava molto prevedibile quasi scontato, ero certa che ci fosse qualche colpo di scena che mi avrebbe stupita cosa che Charlotte Link era sempre riuscita a fare, ma, più mi addentravo nella narrazione più rimanevo delusa dalle mie aspettative…

TRAMA…

Siamo a New York l’ultima notte dell’anno. David Bellino è diventato un importante uomo della finanza, una persona che non ha problemi di denaro, che può avere tutto ciò che vuole perché può permetterselo, può avere una fidanzata e riempirla di doni di ogni genere, può avere una bellissima villa, può godersi quello che il suo “patrigno” gli ha lasciato in eredità. David non è una persona facile, non lo è mai stata, ma il suo denaro e la certezza di poter avere una vita agiata lo hanno sempre fatto sembrare un po’ viscido. La sua fidanzata Laura è stata istruita da lui sulle buone maniere, lui le ha insegnato come comportarsi, come vestirsi e, ogni volta che lei sembrava stanca di ascoltare cosa doveva fare e come agire in mezzo all’alta società, lui la addolciva con qualche magnifico regalo e lei non riusciva a rifiutare così è diventata sua moglie.

Da un po’ di tempo però David è turbato, continua a ricevere lettere minatorie e minacce di morte da parte di uno sconosciuto. David sa che la sua vita non è stata sempre lineare, che ha dovuto fare delle scelte a volte penalizzando chi gli stava intorno così decide di invitare a cena per festeggiare il capodanno i suoi quattro amici di infanzia: Natalie, Mary, Gina e Steve, convinto che uno di loro possa essere il colpevole di quelle lettere, convinto che uno di loro potrebbe essere la persona che lo vuole morto.

Tutti e quattro gli amici di David non sono molto felici di ricevere quell’invito dopo tanto, tantissimo tempo che non hanno sue notizie e che non vogliono avere notizie che lo riguardano, ma sono curiosi ognuno in modo diverso, di sapere perché l’uomo che ha distrutto parte delle loro esistenze vuole rivederli. Nessuno di loro è felice e tutti danno la colpa a David perché lui ne è stato in qualche modo la causa.

La cena si rivela un terribile fiasco, c’è astio tra tutti gli invitati persino la moglie di David sembra non sopportare la situazione anche se non conosce nessuno dei presenti. Ogni commensale pensa a come “vendicarsi” di quel vecchio amico e a come sfruttarlo dopo tutto quello che lui ha fatto. Qualcuno riesce anche a scambiare due chiacchiere in privato con lui, senza ottenere quello che sperava, ovviamente ma non tutti hanno questa possibilità. David viene ritrovato morto nel suo studio, ucciso da un colpo di pistola e la sua fidanzata Laura legata e imbavagliata ad una sedia perché dei ladri hanno saccheggiato la villa.

Il caso viene affidato all’ispettore Kelly. Appena arrivato inizia a guardare la scena del crimine e ad interrogare i presenti ma capisce subito che tra loro e David c’era qualcosa che non funzionava. Riesce subito a comprendere l’astio da parte dei presenti nei confronti della vittima. Quindi il lavoro da fare è tanto ma deve riuscire a trovare il colpevole e il modo è interrogare tutti i presenti, compresa la moglie Laura, sul loro passato e su come le loro vite si siano intrecciate a quelle di David…

Inizia così la storia di Natalie, Gina, Steve e Mary raccontata da ognuno di loro e in ogni storia David sembra aver rovinato qualcosa…Quindi ognuno ha un motivo vero per non voler più vedere il vecchio amico, per non averci più nulla a che fare ma chi è disposto ad uccidere?

  PARERE PERSONALE…

Sono davvero molto combattuta se consigliare o meno questa lettura. L’inizio ovvero quello che vi ho raccontato nella trama non era male, forse un po’ scontato e già letto ma le mie aspettative di un giallo pieno di suspence sono morte dopo i primi capitoli. Ogni personaggio viene analizzato e raccontato in varie situazioni della sua vita, ogni personaggio sembra avere un passato molto doloroso che non riesce a dimenticare e la vita di ogni personaggio sembra segnata in negativo dalla presenza di David. David è colpevole di aver lasciato sola Natalie e per questo lei ha subito una violenza, David è colpevole di aver testimoniato contro il fratello di Steve quando aveva giurato di non farlo, David è colpevole di aver abbandonato Mary nel momento del bisogno e lei per questo ha sposato una persona che non ama e che la tratta malissimo e anche con Gina non ha mai risparmiato i commenti negativi che le hanno complicato tanto la vita.

Le descrizioni delle vite dei quattro amici e della moglie non sono male, i personaggi sono delineati molto bene sia riguardo il carattere che riguardo l’aspetto fisico e finanziario di ognuno di loro,  ma non riesco a non dire che qualche volta mi sono annoiata un pochino. Forse le mie aspettative erano diverse…non mi aspettavo un romanzo più psicologico che da lasciare con il fiato in sospeso.

E visto che il finale me l’ero immaginata dopo nemmeno 10 pagine mi sono sentita un po’ delusa dopo la fine della lettura. Ho capito una cosa importante però: il fulcro di questo libro è il viaggio drammatico raccontato da cinque persone molto diverse tra loro, le loro storie intime, i loro sentimenti e le loro reazioni a volte disperate per dimenticare un passato non proprio felice ma punteggiato di elementi molto dolorosi che hanno, a loro modo, segnato in modo negativo la loro vita futura.

Questo è un romanzo per me degli interrogativi: mi è piaciuta la trama? Non ne sono sicura. Mi sono piaciuti i personaggi? Per certi versi si per altri in certi momenti ho provato anche una profonda antipatia per ognuno di loro. Di intoppi nella vita se ne trovano tanti ma il senso di vendetta non fa proprio parte di me…io sono più una persona che perdona ma aspetta comunque che i torti subiti tornino in qualche modo indietro…

Non sono mai stata negativa ma la negatività mi ha colpita molto in questo romanzo…perché i protagonisti invece di rimboccarsi le maniche e pensare al passato come qualcosa da dimenticare non fanno che trascorrere i loro anni a pensare a come sarebbe stato se…. I ripensamenti per il mio modesto motivo non servono poi a molto l’importante è guardare avanti.

Quindi il mio dilemma è consigliarlo o meno? Prima magari leggete la mia recensione e poi pensateci! Un abbraccio.

Romina

Nero come il ricordo (Carlene Thompson)

PREMESSA…

Buon giovedì a tutti. E anche questa settimana ho la mia ultima lettura da raccontarvi. Ho aspettato ben due giorni prima di scrivere qualcosa perché dovevo metabolizzare quello che ho combinato. Come vi ho già detto gran parte dei romanzi che leggo sono sull’eReader. Ho quasi finito lo spazio utile in casa dove stipare i libri e mio marito si rifiuta di costruirmi un’altra libreria quindi da parecchi anni mi sono ingegnata con il Kobo. Avere un romanzo cartaceo e uno su un lettore sono due cose differenti. Di quello cartaceo mi ricordo sempre benissimo la copertina, il suo peso, i caratteri con cui è scritto mentre con il Kobo no. E’ difficile che apprezzi una copertina visto che gli ebook che leggo sono sempre in bianco e nero, il carattere lo scelgo io e quindi, per evitare di leggere lo stesso libro due volte, ho deciso di stilare un elenco suddiviso per autore in excel dove, ogni volta che finisco un romanzo, lo inserisco mettendo anche le stelline quando mi è piaciuto.

Visto che spesso sono fuori casa ho deciso di scaricarmi anche un app per il cellulare che si chiama My library dove faccio la stessa cosa questa volta però classifico i libri a seconda del titolo. Ma a voi cosa interessa? In questo momento dovrei parlare di Nero come il ricordo e non dei miei metodi di catalogazione delle letture ma voglio rendere partecipi anche voi di quanto sono brava con le parole ma i fatti indicano l’esatto contrario. Dopo aver scelto Nero come il ricordo tra tutti i romanzi che mi hanno ceduto in formato ebook, ho iniziato subito le prime pagine. La premessa mi sembrava un po’ fantasy (genere che non amo particolarmente) ma, dopo le prime pagine, ha iniziato a piacermi molto. Infatti ho impiegato pochissimo tempo a leggerlo, la storia, i personaggi e gli avvenimenti mi intrigavano sempre di più e non vedevo l’ora che finisse per arrivare a capo del mistero. Quando sono arrivata alle ultime trenta pagine ho avuto una specie di illuminazione. Mi sembrava di ricordare qualcosa del finale. Subito ho pensato di aver visto un film con quella trama, di aver trovato il colpevole da sola e, invece, ho riguardato la mia lista di letture sul telefonino e mi sono accorta che avevo catalogato il libro sbagliando a scrivere il titolo ma che l’avevo già letto nel 2018.

Certo leggo un sacco di romanzi, circa un centinaio all’anno e non posso ricordarmi di tutti soprattutto se si tratta di thriller che a parte la suspence lasciano poco alla fine della lettura, ma arrivare a 200 pagine e non accorgermi di averlo già letto non mi era mai successo. Solitamente dopo i primi capitoli mi ricordo sempre di qualcosa e accantono il libro ma questa volta proprio mi sono vergognata di me stessa. E’ vero che, con l’avanzare dell’età, la memoria piano piano rallenta ma da me non me lo sarei mai aspettata. Non volevo nemmeno scrivere questo commento perché ero ancora arrabbiata con me stessa. Ma, visto che si tratta di un bel thriller a risvolti anche psicologici, ho deciso di raccontarvelo ugualmente e di raccontarvi anche le mie avventure o meglio disavventure….

TRAMA…

Hayley è una bellissima bambina con i capelli biondi che ha due genitori che le vogliono molto bene e che tengono a lei. Abitano in una casetta di legno vicino ad un bosco. E’ una abitazione molto particolare ma, visto che il papà, è un artista la loro famiglia è contenta così. Una sera come tante Hayley ed il papà vanno a fare un giro nel bosco. Mentre sentono un grido agghiacciante e il papà va a vedere cosa sia successo Hayley rimane sola tra gli alberi. Ma la bambina non ha assolutamente paura anche perché vede un pagliaccio venirle incontro. Hayley ha anche un pupazzo a forma di pagliaccio e non lo lascia mai andare quindi per lei quella figura le è amica. Hayley gli chiede subito se sia stato il suo papà a mandarlo lì per tenerle compagnia ed il pagliaccio annuisce così la bambina lo prende per mano e si avviano tra le fronde degli alberi al buio nella foresta.

Hayley sparisce. Dopo varie ricerche viene trovata bruciata e senza testa a un mese dalla sua scomparsa ma del colpevole non si è mai saputo nulla, soltanto tante congetture. I vicini sono stati interrogati ma sembravano avere un alibi ed i genitori non avevano nessun nemico che potesse far del male alla loro amata figlioletta. La coppia, rimasta senza la loro gioia di vivere, decide di lasciarsi e ognuno di loro percorre un proprio sentiero nella vita.

Caroline, la moglie, si risposa e ha altri due figli, un maschio ed una femmina mentre l’ex marito è rimasto quello di sempre: vive nella stessa casetta di legno e cambia le donne come se si cambiasse la camicia ogni mattina. Sono trascorsi vent’anni ma nessuno dei due ha mai dimenticato la loro piccola Hayley.

Proprio la mattina della vigilia di Halloween Caroline crede di impazzire. E’ andata a trovare una sua amica e, nel magazzino del suo negozio, le sembra di sentire la voce di Hayley che la chiama. Lei non ci crede, pensa sia frutto della sua fantasia, ma iniziano a verificarsi strani eventi attorno a lei. Primo tra tutti la mattina, dopo la festa di Halloween per tutte le strade della sua città, la figlia di otto anni le racconta come è andata la sua serata. Le dice che ha conosciuto una bambina vestita da pagliaccio di nome Hayley un po’ più giovane di lei e che hanno riso e chiacchierato tutta la serata. Coincidenza? Per Caroline no. Poi misteriosamente riappare a casa Twinkle, il pupazzo pagliaccio preferito da Hayley, che Caroline aveva cucito lei stessa a mano e regalato alla figlia ma che, dopo la sua scomparsa, era stato gettato come del resto tutte le altre sue cose. E da quel giorno le cose non sono più come prima.

Pamela, l’unica persona che ha visto Hayley dopo la sua scomparsa, legata e imbavagliata sul sedile posteriore di una vecchia automobile, ma che non ha mai testimoniato per questo viene trovata con il collo tagliato nella sua casa a cui è stato appiccato anche un incendio. E questo è solo l’inizio… altri delitti, altre aggressioni colpiscono quasi tutte le persone che in un modo o nell’altro erano collegate a Hayley…e Hayley sembra quasi che sia tornata in vita…

IL MIO PARERE…

Beh visto che l’ho letto due volte direi che questo libro ed il suo titolo mi rimarranno impressi nella mente per molto molto tempo. Non ho mai riletto un libro…ci sono così tanti bei romanzi che ancora non conosco che perdere tempo con una rilettura mi sembra una cosa ingiusta almeno secondo il mio modesto parere. Ma alla fine direi due cose…l’errore mi è servito per il futuro e comunque visto che il romanzo mi è piaciuto alla fine non ho fatto un errore così madornale. Forse la prima volta non l’avevo letto molto attentamente, forse la mia memoria in quel periodo era un po’ ballerina ma non posso dire che non si tratta di un bel thriller psicologico.

I personaggi sono bene delineati anche quelli che compaiono solo per poche pagine, il modo di scrivere di Carlene Thompson è scorrevole e semplice da assimilare e il ritmo del romanzo è molto incalzante. Succede sempre qualcosa ed il lettore non ha tempo di annoiarsi mai. E il finale un po’ fa riflettere sui rapporti interpersonali in genere e su quelli con i figli in particolare.

Mi sento di consigliarne la lettura (magari ne basta una!!!) a chi ama stare con il fiato sospeso e a chi ama i thriller un po’ particolari. Spero di avervi aiutati nella scelta del vostro prossimo romanzo. Un abbraccio

Romina