IL SOGNO DELLA CRISALIDE (VANESSA MONFORT)

Buongiorno a tutti. E rieccomi tra voi per commentare la mia ultima lettura. Avevo abolito il Club degli Editori per vari motivi: le nuove uscite sono disponibili solamente dopo troppo tempo, le spese di spedizione non sono poi così basse e a volte mi arrivavano dei libri che non avevo nemmeno ordinato ma che, visto che odio andare alle poste del mio paese, tenevo perché come avrete capito, leggere è la mia passione. Comunque ogni due mesi mi appariva la mail che mi chiedeva se volevo acquistare qualcosa. Mentre guardo le offerte vedo che se facevo un ordine mi avrebbero regalato un altro libro. Ed era un libro di uno degli scrittori italiani di gialli che più mi piacciono: Antonio Manzini. Così ho sfogliato la rivista virtuale e ho scelto un po’ a caso cosa acquistare. Ho cercato qualcosa che non costasse poi molto, qualcosa di diverso dalle mie solite letture e, leggendo le varie trame, sono rimasta molto incuriosita da Il sogno della crisalide.

Sarà stata la copertina con una donna con le ali da farfalla (io ho un braccio pieno di tatuaggi a forma di farfalla), sarà stata la poca descrizione che ho trovato del romanzo e che mi sembrava potesse stimolarmi in qualche modo ma l’ho messo subito nel carrello. E la curiosità me l’ha fatto iniziare poco tempo dopo. Già dalle prime pagine ho capito che era un libro che faceva riflettere, fin da subito ho compreso che ci avrei impiegato davvero molto tempo a finirlo ma non per il numero di pagine (oltre le 500) per i concetti che racchiudeva. Non sapevo se inserirlo nella libreria senza andare avanti o se addentrarmi nel racconto. Ma sono una lettrice e quindi sono curiosa per natura quindi ho continuato. La storia non è male, i personaggi sono caratterizzati molto bene forse tutti un po’ sopra le righe ma chi non lo è in questo periodo, ma la fatica è stata tanta.

Per me leggere significa svago, è una valvola di sfogo dalla vita quotidiana. Quando prendo in mano un libro lo faccio solamente per isolarmi dalla vita di tutti i giorni e pensare a qualcosa di diverso. Con Il sogno della crisalide non ci sono riuscita. A parte le descrizioni forse un po’ troppo noiose, per me la cosa che mi ha destabilizzato di più è che con questo romanzo non sono riuscita ad entrare in un altro mondo ma sono riuscita a complicarmi di più la vita. Ci sono davvero frasi che sembrano proprio scritte per me, ci sono pensieri che mi hanno fatto riflettere moltissimo e non amo queste cose. La mia testolina è già complicata di suo non era necessario leggere un romanzo per far uscire ancora una volta il passato che mi ha fatto male e che piano piano cerco di dimenticare.

Non sapevo che questo libro mi avrebbe colpita così tanto anche perché il mio lavoro e la mia vita sono lontanissime da quella delle due protagoniste ma i concetti che esprime mi hanno aperto delle ferite che pensavo si fossero rimarginate con il trascorrere del tempo. La storia incuriosisce e non è banale ma non riesco ancora a capire se ho apprezzato o meno quello che ho letto. Troppe divagazioni, troppi concetti filosofici, troppe descrizioni a volte superflue rendono la trama un po’ pesante ed è difficile tenere il filo del racconto quando la tua testa viaggia per conto suo per non rivivere situazioni difficili che in qualche modo mi hanno cambiato la vita.

TRAMA…

Il sogno di Patricia è sempre stato quello di fare la giornalista. Fin da ragazzina amava scrivere e si rifugiava dentro le sue storie quando i compagni non la apprezzavano o le compagne la canzonavano. Scrivere è sempre stata la sua passione ed era anche molto brava, forse troppo per il mondo che la circondava e così da candidata a veri premi si è ritrovata a dirigere campagne pubblicitarie di cui non le interessa proprio nulla. La sua vita è molto frenetica, viaggia da un posto all’altro, da un incarico all’altro, da un cliente ad un altro senza mai fermarsi a pensare perché farlo significherebbe far ritornare a galla un passato che le dà fastidio e che cerca di allontanarla dal futuro. Dopo un ricovero in ospedale a New York per un attacco di panico molto violento tutta la sua pseudo sicurezza svanisce lasciando il posto ad una persona molto più fragile di quello che appare agli altri.

Il sogno di Greta è sempre stato quello di diventare suora e di servire la Chiesa. Da quando era bambina non immaginava altro per lei e quando i suoi familiari hanno dato il loro benestare lei è entrata in convento. E per quattordici anni è rimasta fedele alla sua vocazione. Ha rinunciato a tante cose, ha cercato di chiudere la sua mente e soprattutto il suo cuore per fare quello che doveva ma purtroppo è stata cacciata ed ora deve reinventarsi per riuscire a sopravvivere.

Sono due donne totalmente diverse che si ritrovano su un volo sedute una accanto all’altra. Un volo di nove ore dove nessuna delle due ha voglia di condividere qualcosa con l’altra. Due donne che per sopravvivere ai loro problemi si rifugiano negli antidepressivi credendo che possano essere una soluzione momentanea al loro male di vivere.

Con tanto tempo da trascorrere insieme però iniziano a parlare e a raccontarsi. Sono totalmente diverse, le strade che hanno intrapreso nella vita sembrano quasi opposte ma l’essere donne e dover affrontare quasi le stesse sfide inizia ad unirle un po’ e Patricia fa una promessa a Greta. Scrivere un articolo da giornalista che racconti la sua storia. Per Patricia quindi la difficoltà è grande: deve ritrovare la forza di approcciarsi nuovamente al lavoro che ha abbandonato e che ha promesso di non fare più. Dall’altra parte anche Greta ha delle evidenti difficoltà in questo compito. Deve raccontare cose che sarebbe meglio non sapere soprattutto se si parla della Chiesa….

IL MIO PARERE…

Ed eccoci arrivati alla fine. Ed eccomi un po’ in imbarazzo. Non posso dire che questo libro non mi abbia insegnato qualcosa, mi ha fatto pensare tanto e mi ha fatto capire che ogni tanto la vita deve essere presa anche con leggerezza nonostante tutto quello che ti circonda. Mi ha fatto capire che ogni tanto ricominciare da capo non è sinonimo di un fallimento ma di forza di volontà ma la storia non mi è piaciuta. E’ un libro pesante nonostante alcune perle di saggezza. La trama è molto scarna e ci sono tante forse troppe divagazioni che rallentano tutto.

L’argomento trattato ovvero il mobbing è un fenomeno che è stato riconosciuto ufficialmente nel 2010 dalla legge e può essere tutto o niente. Io mi occupo anche di problemi sul lavoro e quasi tutti i giorni sento questa parola dai clienti del Patronato dove lavoro. E’ difficile dimostrarlo, quasi impossibile ma chi non l’ha provato almeno una volta? Il libro mi ha toccata sul vivo in quanto anch’io tanto tempo fa sono stata vittima di questo e per questo sono dimagrita quasi 30 chilogrammi, facevo fatica ad uscire di casa e mi sentivo colpevole di qualsiasi cosa. La mia autostima era sparita e qualsiasi cosa facessi non andava bene né per me, né per chi mi circondava.

E’ arduo uscire da questo e nemmeno ora, a distanza di tanto tempo, posso dire di essere guarita del tutto dalla paura di fallire di nuovo in campo lavorativo ma si cerca di andare avanti e di mettercela tutta per non incorrere negli stessi errori.

Tornando alla lettura io non mi sento di consigliarla. E’ un romanzo difficile da digerire a meno che non interessi proprio l’argomento ed anche se interessa credo che ci siano letture più appropriate di questa. Mi dispiace bocciare un libro ma questa volta proprio non posso farne a meno.

Romina